Ancora gravi disordini al carcere della Dogaia, ormai diventato una vera e propria polveriera al punto che le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria hanno indetto lo stato di agitazione.
Dopo la giornata turbolenta di mercoledì, con risse e tre agenti feriti, la notte scorsa i detenuti di due sezioni hanno organizzato una vera e propria rivolta che ha coinvolto almeno 120 reclusi, in gran parte nordafricani. Tutto sarebbe nato dal rifiuto opposto alla richiesta di un paio di detenuti che pretendevano dei medicinali. Nel giro di poco la rivolta si è allargata a tutte e due le sezioni. Sono stati anche dati alle fiamme indumenti con i pochi agenti in servizio che sono stati costretti a chiedere l’intervento di rinforzi per poter riportare la situazione alla calma.
Tutte le organizzazioni sindacali di categoria, proclamando lo stato di agitazione, sottolineano come la situazione già di per sé esplosiva sia aggravata da “un sottodimensionamento organico di tutti i settori, in particolare degli uffici, dove registriamo carenze anche del 50%, enormi sono le difficoltà anche nel garantire i diritti minimi essenziali come ferie, riposi”. “La struttura – proseguono i sindacati – non è più in grado di ricevere dall’intero distretto e non solo, detenuti trasferiti per ordine e sicurezza, o detenuti problematici trasferiti in sede con la maschera dello sfollamento”.
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