Sale a undici il numero dei cinesi indagati nell'ambito dell'inchiesta sul Cervo Bianco, accusati a vario titolo di associazione per delinquere e commissione di atti violenti per motivi razziali. Ai nove della prima ora (LEGGI), si sono aggiunti altri due indagati, un uomo e una donna. Nella mattina di ieri, venerdì 22 luglio, la polizia ha compiuto perquisizioni negli appartamenti dei due, entrambi legati all'associazione Cervo Bianco. Sequestrati computer e telefonini dal cui esame potrebbero emergere particolari utili ad arricchire il già corposo fascicolo in mano ai sostituti Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli che indagano su raid punitivi contro magrebini e rom organizzati dai cinesi e autorizzati – sostiene l'accusa – dal vertice del Cervo Bianco e in particolare da Ye Jiandong detto Jack, a cui nelle settimane scorse è stata revocata la semilibertà. Ad oggi gli investigatori hanno accertato sei pestaggi per motivi razziali. Spedizioni punitive, sta ricostruendo l'inchiesta, annunciate su tre diverse chat riconducibili al Cervo Bianco: una con 500 iscritti, una seconda con un centinaio e l'ultima, la più ristretta, accessibile ad una ventina di persone considerate il cuore dell'associazione. Gli ultimi due indagati farebbero parte della quota disponibile a picchiare; i loro nomi sarebbero emersi dagli interrogatori degli ultimi giorni. La tesi investigativa è quella di un gruppo di cinesi organizzato per vendicare furti, rapine, scippi, aggressioni in danno dei connazionali e quasi sempre ad opera di magrebini. Una giustizia in proprio che ha ridotto in fin di vita un paio di persone almeno e su cui la procura è decisa a fare piena luce.
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