Picchiò la capotreno e il capostazione che finirono all'ospedale, poi fuggì senza però fare i conti con le telecamere installate sia sul treno che nelle stazioni di Firenze Santa Maria Novella dove era salita e di Prato centrale dove era scesa. Oggi, venerdì 28 ottobre, la donna, una pratese di 28 anni, è stata sottoposta all'obbligo di dimora. Ha evitato il carcere solo perché è mamma di tre bambini molto piccoli e con loro vive da inizio ottobre in una struttura protetta fuori Prato dopo i maltrattamenti subiti dal convivente marocchino a sua volta arrestato. Il provvedimento è stato notificato dalla squadra di polizia giudiziaria del Compartimento Polfer per la Toscana. L'aggressione, brutale e gratuita, risale allo scorso 17 settembre (leggi). La capotreno, una trentenne in servizio sul treno diretto da Firenze a Pisa, fu picchiata per aver sanzionato la ragazza che, con la ventottenne, viaggiava senza biglietto. Pugni e schiaffi assestati alla capotreno che cercò di fermare le due mentre scendevano dal treno nel frattempo arrivato alla stazione centrale di Prato. Le urla della vittima richiamarono l'attenzione di altri passeggeri e del capostazione, immediatamente intervenuto e anche lui picchiato. Venticinque giorni di prognosi per la capotreno sbattuta con forza contro la fiancata del convoglio, cinque per il collega colpito alla testa. Le immagini delle telecamere hanno consentito di risalire all'identità dell'aggressore che è stata rintracciata nella struttura protetta. Condizione che ha spinto il sostituto procuratore Laura Canovai, che già aveva chiesto e ottenuto la custodia cautelare in carcere, di proporre al giudice una misura più lieve. La ventottenne deve rispondere di lesioni e violenza, l'amica, nei confronti della quale non sono state adottate misure cautelari, è invece accusata di favoreggiamento.
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