“In provincia di Prato risulta consolidata una forte presenza della criminalità cinese che gestisce importanti giri di affari illegali, legati soprattutto all’imprenditoria tessile e dell’abbigliamento, ai settori del gioco e delle scommesse clandestine, cui si ritiene possano essere ricondotte anche ipotesi di riciclaggio”. E’ ciò che si legge nella relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa antimafia nel 2024 che ha acceso focus su tutte le province italiane per dare conto dell’andamento di infiltrazioni ad opera della criminalità organizzata.
Prato rappresenta uno dei bocconi più golosi in assoluto se si parla di Toscana. Non l’unico, sia chiaro, ma tra i più golosi per la sua ricchezza imprenditoriale.
Gli affari qui, per la criminalità, vanno a gonfie vele anche per l’integrazione che si crea tra italiani e stranieri. Nel 2024 sono state diverse e tutte importanti le operazioni portate a termine dagli investigatori. Tra le tante si ricorda l’operazione ‘Endgame’: 12 ordinanze di custodia cautelare a carico di italiani e cinesi indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di raccolta di giochi e scommesse online, estorsione, traffico e detenzione di droga. Un’indagine che ha portato anche al sequestro di beni per un milioni di euro: tre sale giochi e scommesse, una società, un’auto di lusso.
‘Tramontana’, invece, il nome dell’operazione che ha aperto le porte del carcere ad un gruppo composto da albanesi e romeni dedito al narcotraffico con base operativa a Prato, ma in grado di servire l’intera Toscana con ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana.
A proposito di criminalità cinese, su cui il procuratore Luca Tescaroli ha parlato più volte e senza sconti in termini di mafia richiamando l’attenzione su dinamiche pericolose ma non ancora compiutamente capite e percepite da tutti, il territorio di riferimento è l’area metropolitana, da Firenze a Pistoia passando, e anzi concentrandosi, a Prato. Trasferimento di denaro proveniente da attività illecite, contrabbando di prodotti, contraffazione, sfruttamento del lavoro, evasione fiscale, riciclaggio e controllo del territorio tramite anche le maniere forti: solo un piccolo campionario degli affari oscuri che impegnano i cinesi.
Non manca la criminalità di casa: la camorra interessata al settore alberghiero e turistico, la mafia siciliana al comparto edilizio, la ‘ndrangheta alla ristorazione. Poi c’è un’economia trasversale su cui, però, la mafia sta ai margini: il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti.
E’ una criminalità organizzata che non spara, che non fa morti, che non usa quasi mai le maniere forti: c’è ma non si vede, opera ma non viene percepita, si fa ricca ma mantenendo un profilo basso. Che però non sfugge alla procura, agli investigatori, alla prefettura.
Sulla relazione della Dia si registra l’intervento di Fratelli d’Italia. “La nostra città è ormai sotto assedio, la criminalità organizzata ha messo radici profonde – il commento di Rocco Rizzo, portavoce del Coordinamento comunale – l’analisi investigativa conferma come anche nella nostra provincia si stia consolidando la presenza di organizzazioni mafiose italiane e straniere, in particolare nel tessuto economico e produttivo. Parliamo di un sistema criminale radicato, che sfrutta manodopera clandestina, evade milioni di euro, controlla flussi di denaro attraverso il gioco d’azzardo illegale, e reinveste nel nostro tessuto urbano con una strategia silenziosa e capillare. Lo denunciamo da anni. E da anni ci accusano di esagerare. Ma oggi, nero su bianco, è lo Stato stesso a confermare quanto affermiamo. La responsabilità politica è chiara”. (nt)
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