“Personalità inquietante” e “incline alla violenza” che non dà rassicurazioni sulla capacità di autocontrollo e, dunque, con un “alto rischio di recidiva”. Il tribunale del Riesame di Firenze ha rigettato le richiesta di arresti domiciliari con braccialetto elettronico avanzata dall’avvocato Cristiano Toraldo per conto del 25enne arrestato lo scorso 13 dicembre con l’accusa di lesioni personali gravi per aver picchiato un anziano intervenuto dopo aver visto il giovane litigare in strada con una donna, la fidanzata. L’indagato, nato a Prato ma di origine straniera, resta dunque rinchiuso nel carcere della Dogaia. I giudici del Riesame hanno confermato la misura chiesta dalla procura (il fascicolo è del sostituto Laura Canovai) e recepita dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Prato. L’aggressione, avvenuta in via Abatoni, risale allo scorso settembre. La vittima, 73 anni, fu colpita alla testa con un oggetto al quale gli investigatori non sono mai risaliti e che provocò lesioni molto gravi, giudicate guaribili in quaranta giorni dai sanitari dell’ospedale Santo Stefano. In un primo momento, si pensò ad un colpo assestato con un casco ma poi, dopo la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza e dopo gli accertamenti del medico legale nominato dalla procura, l’ipotesi fu esclusa. Il consulente verificò le lesioni provocate dalla “brutale aggressione”, compatibili con un oggetto contundente: frattura del setto nasale e delle ossa dell’orbita con interessamento del bulbo oculare; lesioni in parte ricomposte dopo alcuni interventi chirurgici. Il 25enne fu arrestato dopo tre mesi di indagini. Al giudice delle indagini preliminari confessò l’aggressione, sostenendo che agì perché infastidito dall’intromissione dell’uomo e che lo colpì con uno schiaffo a mano aperta (“versione non aderente alle testimonianze, alle immagini della videosorveglianza e dell’esame medico disposto dalla procura”). L’istanza di un alleggerimento della misura cautelare si è scontrata con la veemenza dell’aggressione e anche con i precedenti di polizia che il 25enne ha all’attivo. Sia lui che la fidanzata, dopo il ferimento dell’anziano, si allontanarono senza prestare soccorso e lo fecero sotto gli occhi dei testimoni, tra cui la moglie e i nipotini della stessa vittima. I giudici del Riesame, nella loro sentenza, parlano anche del fatto che il giovane non ha un lavoro e ciò, rappresenterebbe, nella sua condizione, “un incoraggiamento a commettere reati anche per procurarsi da vivere”. La sfilza di precedenti di polizia hanno fatto ritenere ai giudici che il 25enne avrebbe la propensione a cedere ai suoi “impulsi delinquenziali” e anche per questo è stato confermato il carcere in attesa del processo.
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