Una relazione durata circa un anno e chiusa con un bruttissimo strascico fatto di minacce di morte, di pedinamenti e telefonate, di incursioni improvvise e offese. Una relazione cominciata nell’autunno del 2021 dopo una conoscenza nata su Facebook, trascinata per qualche tempo tra alti e bassi e, una volta finita, approdata prima su una scrivania dei carabinieri, poi negli uffici della procura e infine in tribunale. Sul banco degli imputati, difeso dall’avvocato Dario Lombardi, un pratese di 62 anni, accusato di stalking nei confronti della ex, una donna di diversi anni più giovane. Oggi, mercoledì 21 febbraio, il processo con rito abbreviato. Il giudice delle udienze preliminari, Marco Malerba, ha pronunciato una sentenza di condanna a un anno e 4 mesi (pena non sospesa). Il pubblico ministero, Vincenzo Nitti, aveva chiesto un anno e 6 mesi. In aula la vittima, assistita dall’avvocato Alessandra Artese, a cui l’imputato ha offerto un risarcimento di 10mila euro che, come effetto, ha sortito quello di ottenere una ulteriore riduzione della condanna.
Fu la donna a voler chiudere la relazione ma quando lo fece si trovò di fronte all’incapacità dell’ex di accettare la decisione. Diversi gli episodi finiti nella denuncia. In un’occasione, stando al racconto, la minaccia di morte sarebbe stata pronunciata agitando un coltello da cucina: “Due coltellate a te e due a me e così la chiudiamo qui”. In un’altra occasione, la minaccia avrebbe riguardato l’uso dell’acido: “Lo sto comprando, vengo lì e ti sciolgo”. E poi le telefonate, le offese, le visite a casa e al lavoro nonostante la donna continuasse a rifiutare ogni proposta di incontro e ogni tentativo di riavvicinamento. Una volta – sempre stando alla denuncia – l’uomo sarebbe salito sulla macchina di lei per scendere solo quando, arrivati davanti alla caserma dei carabinieri, uno dei militari lo riportò alla ragione. Un’insistenza senza tregua, pressioni violente che hanno condizionato psicologicamente la donna, caduta in uno stato di forte paura e preoccupazione e costretta a cambiare le proprie abitudini per evitare ogni contatto con l’ex. Poi il coraggio di chiedere aiuto, di denunciare, di raccontare e oggi il processo.
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