Contratti di lavoro e di affitto, buste paga, dichiarazioni dei redditi: una montagna di documenti costruiti a tavolino per consentire agli stranieri privi dei requisiti di chiedere e ottenere, a seconda delle necessità, il permesso di soggiorno o il ricongiungimento familiare. Un copione già visto più di una volta a Prato ma con una novità: i matrimoni combinati, ovviamente misti, per regolarizzare la posizione degli stranieri sul territorio nazionale. Un copione tornato di stretta attualità con la maxi inchiesta della procura appena arrivata alla fine: 94 indagati tra italiani, cinesi, pakistani, africani, albanesi, bengalesi. Un intreccio di ‘colletti bianchi’ (nell’elenco, oltre a consulenti del lavoro, commercialisti e ragionieri, figurano anche un’avvocatessa e un poliziotto), imprenditori e prestanomi cinesi, cittadini di varie etnie. Diverse le accuse contestate a vario titolo: violazioni della legge sull’immigrazione, falso in atto pubblico, truffa, evasione (non si parla di associazione a delinquere).
Un sistema che la guardia di finanza di Prato ha ricostruito tassello dopo tassello in circa tre anni di indagine, fino al 2021. Una vera e propria catena di montaggio in grado, secondo gli inquirenti, di procurare al ‘cliente’ di turno questo o quel documento per poter presentarsi in questura e in prefettura per le pratiche di rinnovo o rilascio del titolo di soggiorno o avviare l’iter per far arrivare in Italia mogli e figli. Tra le contestazioni, anche quella di aver indotto in errore i funzionari addetti a sbrigare le procedure burocratiche.
Non solo documenti fabbricati alla bisogna, ma anche stratagemmi finalizzati, stando alle indagini, a permettere alle aziende cinesi di aprire e chiudere, modificare ragione sociale, spostarsi, cambiare identità così da non pagare le tasse. Operai, collaboratori domestici, coniugi: un ruolo per tutti con il solo obiettivo di mettersi in tasca il permesso di soggiorno o conquistare il ricongiungimento familiare. Tutto secondo tariffe prestabilite.
Il procuratore Laura Canovai ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nelle settimane passate. Il fascicolo – diverse migliaia di pagine – arriverà a breve al giudice delle udienze preliminari.
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