Nessuna responsabilità dei titolari nell’infortunio nel quale rimase vittima un operaio albanese, investito dal carico della gru a bandiera che stava manovrando. E’ quanto ha stabilito oggi, lunedì 6 ottobre, la terza sezione della Corte d’appello di Firenze che ha assolto due imprenditori edili – padre e figlio, rispettivamente presidente e amministratore delegato della ditta di costruzioni – escludendo la responsabilità colposa e cancellando così la condanna inflitta in primo grado. I giudici hanno accolto la tesi del difensore, Olivia Nati, che ha ricostruito l’infortunio e insistito per l’assoluta estraneità dei datori di lavoro, al pari di quella del coordinatore della sicurezza già assolto dal tribunale di Prato.
L’infortunio si verificò il 4 luglio 2018 all’interno di un cantiere nel quale erano in corso attività di costruzione. L’operaio fu investito da una cassaforma che, sollevata dal braccio della gru manovrata dalla vittima stessa, si sganciò cadendo al suolo. Il lavoratore riportò traumi e fratture: i medici dell’ospedale valutarono in 150 giorni il periodo di stop da qualsiasi attività, mentre i postumi determinarono una invalidità permanente del 16 per cento.
Secondo quanto contestato dalla procura, sia i datori di lavoro che il responsabile della sicurezza dei lavoratori, non si erano premuniti delle misure di sicurezza utili a scongiurare incidenti. Una contestazione che non ha retto: smontata già nel primo processo per uno dei tre imputati e oggi, in sede di Appello, anche per gli altri due. L’avvocato Nati ha convinto i giudici di secondo grado che quanto avvenne quel giorno non ricadeva sotto la responsabilità dei suoi assistiti e la ricostruzione è stata accolta. Una sentenza nella quale gli imputati hanno sperato a lungo, convinti di non aver omesso nulla nei loro compiti di prevenzione e vigilanza a tutela dei lavoratori. (nt)
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