Un genetista e un ingegnere specializzato in informatica: sono le due figure a cui la procura di Pistoia ha affidato l'esame dei reperti biologici e del contenuto del telefonino di Daniele Maiorino, il 58enne originario di Prato, in carcere dal 18 gennaio con l'accusa di aver ucciso il cognato e vicino di casa, Alessio Cini, tecnico tessile di 57 anni, anche lui pratese. Gli indumenti sequestrati a Maiorino saranno analizzati alla ricerca di tracce del dna della vittima e per fare questo il sostituto De Gaudio, titolare dell'inchiesta, ha nominato il dottor Ugo Ricci, genetista forense dell'ospedale di Careggi; per quanto riguarda la copia forense del cellulare, invece, consulente dell'accusa è stato nominato Andrea Bigagli, ingegnere di Prato. Al conferimento degli incarichi, nella mattina di oggi, venerdì 26 gennaio, ha partecipato anche l'avvocato dell'indagato, Katia Dottore Giachino che, in ordine agli accertamenti irripetibili sul dna ha nominato una biotecnologa medica di Bologna. Maiorino, in un'ottica di collaborazione e di facilitazione del lavoro di analisi sul telefonino, ha fornito spontaneamente i codici di sblocco del dispositivo. L'attività dei consulenti tecnici comincerà lunedì.
Maiorino è accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà: secondo i carabinieri e la procura sarebbe stato lui, la mattina dell'8 gennaio, davanti alla loro casa in zona Ponte dei Baldi ad Agliana, a prendere a sprangate il cognato (marito della sorella della moglie), a massacrarlo di botte e ad appiccare il fuoco nel tentativo, evidentemente, di far sparire per sempre il corpo. Un omicidio, sempre stando agli inquirenti, dettato da motivi economici: Maiorino avrebbe ucciso il cognato per mettere le mani sul suo patrimonio. Alessio Cini, assieme alla figlia adolescente, viveva nella villetta dove abita anche la famiglia di Maiorino e un altro nucleo familiare. Una trifamiliare divenuta il teatro dell'omicidio, isolata sì ma allo stesso tempo molto controllata perché situata in mezzo ai vivai e accanto ad una ditta edile dotati di telecamere di videosorveglianza. E proprio le immagini restituite dalle telecamere hanno consentito di ricostruire gli ultimi istanti di vita della vittima e i movimenti degli altri abitanti della villetta. A pesare sulla posizone di Maiorino anche, e soprattutto anzi, i 'soliloqui' intercettati dai carabinieri attraverso le microspie installate sull'auto. L'indagato, parlando da solo e a voce alta, ha descritto la morte del cognato nelle ore in cui ancora nessuno conosceva i raccapriccianti dettagli poi emersi. Le intercettazioni, le immagini delle telecamere, altri riscontri hanno portato al fermo dell'uomo e, successivamente, alla convalida dell'arresto. Nell'interrogatorio di garanzia Maiorino ha respinto con forza ogni addebito, ha detto e ripetuto di essere innocente, di non aver ucciso il cognato, di non aver mai avuto mire sul suo patrimonio al quale sarebbe potuto arrivare prendendo in affidamento la nipote.
L'avvocato Dottore Giachino, che assiste l'indagato insieme alla collega Fulvia Lippi, ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame che si esprimerà nei prossimi giorni.
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