Sono stati interamente rimossi i rifiuti illecitamente accatastati in un impianto industriale di Montemurlo già sottoposto a sequestro dai carabinieri forestali del Nipaaf, Arpat e Agenzia delle Dogane di Prato. Complessivamente si trattava di oltre 313 tonnellate complessivi tra rifiuti tessili (221 tonnellate) e altro materiale (92 tonnellate). L’intervento è stato coordinato dalla procura di Livorno e prende le mosse da un controllo all’impianto eseguito nel 2023 con la constatazione di vari illeciti in materia di diritto del lavoro e la contestazione di una sanzione amministrativa pecuniaria per irregolarità nel registro carico/scarico rifiuti per l’eccessiva quantità di rifiuti presenti nell’impianto per essere recuperati (190 tonnellate) rispetto a quanto autorizzato (110 tonnellate).


Era poi scattato il sequestro preventivo dell’intero impianto e di tutto il materiale che vi era depositato. Il legale rappresentante è stato quindi denunciato per i reati di gestione non autorizzata e traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi costituiti prevalentemente da rifiuti tessili e da mascherine chirurgiche; violazione delle prescrizioni contenute nell’atto autorizzativo; falso ideologico, con l’aggravante di aver commesso un reato per occultarne un altro. All’interno del capannone veniva, inoltre, ulteriormente rinvenuta una grossa quantità di materiale tessile vario (rifiuti e materie prime seconde) che faceva crescere ulteriormente la quantità di materiale illecitamente depositato fino a superare le 300 tonnellate. Iniziava così la lunga fase di classificazione e rimozione dei rifiuti e dell’altro materiale presente all’interno del capannone – totalmente a spese dell’indagato – conclusasi da pochi giorni con l’ultimo sopralluogo eseguito dalla polizia giudiziaria. A seguito dell’avvenuta rimozione e del corretto smaltimento dei materiali sottoposti a sequestro, l’opificio è stato dissequestrato e l’attività della ditta è ripresa regolarmente.


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