Potrebbe essere un debito di qualche centinaia di euro il movente dell’omicidio di Mirko Congera, il quarantaquattrenne ucciso con una coltellata al collo la notte di martedì scorso nella sua casa di via Firenze, a La Querce, dall’amico e vicino di casa Christian Ottavi, 43 anni. È l’ipotesi che sta prendendo campo in queste ore, a quattro giorni dalla brutale aggressione nella quale è rimasta gravemente ferita la convivente di Congera, Daniela Gioitta, 42 anni, accoltellata alla gola.
I carabinieri del Nucleo investigativo stanno mettendo insieme i tasselli di un mosaico che appare difficile da ricomporre. La pista economica, privilegiata fin dal primo momento, sembra trovare conferma ma è ancora oscuro il motivo del debito, se davvero questo è il movente del delitto. Pare che Ottavi aspettasse di riscuotere un credito di 4/500 euro, maturato non si sa in quale ambito. Disoccupati sia la vittima che l’arrestato, potrebbero aver intrattenuto una qualche attività insieme.
Serrate le indagini su questo punto anche legate al fatto che Congera aveva precedenti per truffa.
Oggi, venerdì 2 ottobre, Ottavi, arrestato subito dopo l'aggressione grazie al nome fatto da Gioitta, è comparso davanti al giudice delle indagini preliminari per la convalida dell’arresto e l’interrogatorio di garanzia. Difeso dall’avvocato Gabriele Braschi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una chiusura totale che rallenta inevitabilmente le indagini. Ottavi è stato arrestato nel giro di un brevissimo lasso di tempo: quando i carabinieri si sono presentati nella sua abitazione, stava cercando di cancellare ogni traccia di sangue con la varichina. Gli abiti che indossava sono stati sequestrati per l'esame del dna.
Nessun ulteriore elemento è emerso dall’interrogatorio di Daniela Gioitta che dal suo letto d’ospedale ha detto ai carabinieri di non sapere perché l’amico, con il quale prima dell’aggressione il suo compagno aveva trascorso del tempo, si sia presentato alla loro porta a notte fonda impugnando il coltello con il quale li ha colpiti. C’è attesa, intanto, per l’esito degli accertamenti tecnici sui telefonini delle vittime e dell’indagato: gli investigatori sperano,di rintracciare messaggi e conversazioni che possano svelare il movente, che possano spiegare il motivo di tanta rabbia sfociata nell’omicidio e nel tentato omicidio. È in programma per oggi, inoltre, l’autopsia disposta dal sostituto Vincenzo Nitti, titolare dell’inchiesta. L’esame autoptico potrà fornire particolari utili a ricostruire la dinamica dell’aggressione.