Abbigliamento prodotto a Prato e venduto nei negozi al dettaglio di mezza Italia, dalla Liguria alla Campania, dalla Lombardia al Molise, dal Lazio all'Emilia Romagna alle Marche. La guardia di finanza di La Spezia ha individuato un canale di approvvigionamento di articoli contraffatti con il marchio Tik Tok, griffe molto di moda tra i giovanissimi. Più di 150mila i capi sequestrati e insieme a circa 15mila euro in contanti. I finanzieri hanno messo le mani su mascherine, magliette, felpe, pantaloni. Partendo da un negozio nel centro di La Spezia, i finanzieri sono risaliti allo stabilimento di produzione a Prato, attrezzato con stampanti di ultima generazione. Sono 14 le persone, appartenenti ad un gruppo criminali specializzato nel falso, finite nell'inchiesta denominata “Reset Challenge”, coordinata dalla procura della città ligure. Si tratta di 10 italiani e 4 cinesi denunciati per contraffazione e ricettazione. Le imitazioni, tutte prodotte a Prato, venivano commercializzate sia presso una rete di negozi al dettaglio che attraverso internet. Punto di forza dei capi di abbigliamento, la buona e accurata fattura che, attraverso like e buone recensioni su social e siti commerciali, ha consentito di incrementare le vendite. Perquisizioni e sequestri sono stati fatti a Milano, Livorno, Bologna, Rimini, Ancona, Ravenna, Campobasso, Roma, Napoli e Salerno.
Nei negozi di mezza Italia i capi di abbigliamento taroccati prodotti da una ditta di Prato: 14 denunce
Indagine della guardia di finanza di La Spezia che ha individuato e bloccato un canale di approvvigionamento di articoli con il famoso marchio TikTok. Perquisizioni a Milano, Livorno, Bologna, Rimini, Campobasso, Salerno, Napoli, Ancona. Sequestrati 152mila pezzi tra felpe, maglie, pantaloni e mascherine
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