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Muratori e manovali sfruttati per pochi euro l’ora, l’inchiesta ‘Cemento nero’ approda all’udienza preliminare


L'inchiesta sul caporalato edile arriva davanti al giudice. Rischiano il processo, ed è la prima volta, anche le due società che, secondo l'accusa, avrebbero gestito gli operai. La Cgil di Firenze ha chiesto di potersi costituire parte civile


Redazione


Muratori e manovali costretti a ore e ore di lavoro in cambio di paghe misere – circa 10 euro l'ora – e della promessa, puntualmente disattesa, di un'assunzione stabile. E' lo scenario costruito dalla procura di Prato che, lo scorso maggio, ha convinto il giudice delle indagini preliminari a firmare 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di un italiano, cinque egiziani, quattro marocchini e un pakistano accusati di aver organizzato e gestito un sistema di caporalato che – è l'accusa – avrebbe sfruttato una sessantina di operai, alcuni dei quali stranieri senza permesso di soggiorno. Ieri, giovedì 19 novembre, la vicenda è approdata all'udienza preliminare: entro qualche giorno sarà deciso il destino degli indagati.
Un'inchiesta particolarmente complessa a cui il sostituto Lorenzo Gestri ha lavorato per un paio d'anni coordinando gli agenti della Squadra mobile di Firenze che hanno potuto contare sulla collaborazione dei colleghi di Prato e di Pistoia per accertare il contenuto di una denuncia presentata alla Cgil del capoluogo toscano da un operaio egiziano.
Tre gli indagati principali: Vincenzo Marchio, imprenditore calabrese di 45 anni, legale rappresentante della Eurocostruzioni 75 srl (avvocati Nati e Coscia), e i fratelli egiziani Said (avvocati Denaro e Fioravanti) e Sabri Mohamed, 41 e 39 anni (il secondo ancora ricercato), dipendenti di Marchio prima di succedersi alla guida della Novaedil srl. Insieme a tutti gli altri devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento di manodopera, e in più di favoreggiamento della permanenza in Italia di clandestini al fine di trarne profitto e impiego di manodopera clandestina: accuse, queste ultime, che hanno consentito per la prima volta alla procura di Prato di inserire nell'elenco degli indagati anche le due società che dunque rischiano il rinvio a giudizio. Una via che si è aperta in seguito alla riforma della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti che ha consentito di poter aggredire – nel caso dell'inchiesta pratese siamo ancora nel campo delle ipotesi in attesa della conclusione dell'udienza preliminare – il patrimonio societario avendo Marchio e i due fratelli Mohamed ricoperto, sostiene l'accusa, ruoli amministrativi.
Lunedì sarà il sostituto Lorenzo Boscagli, in sostituzione del collega Gestri, a presentarsi davanti al gup Francesca Scarlatti per la discussione a cui seguiranno gli interventi dei difensori. Marchio è ancora in carcere, mentre Said Mohamed è uscito, si trova ai domiciliari e sarà processato con il rito abbreviato. Le altre posizioni (nessuno ancora in carcere) sono divise tra chi ha fatto richiesta di patteggiamento, chi di abbreviato e chi di non aderire a riti alternativi.
Nell'elenco degli indagati anche due consulenti del lavoro pratesi (per loro non furono emesse misure cautelari), accusati di aver fornito attestazioni fasulle per dimostrare la partecipazione degli operai ai corsi di formazione obbligatoria: entrambi difesi dall'avvocato, Taiti, hanno chiesto di accedere alla messa alla prova, percorso che prevede l'estinzione del reato quando va a buon fine. 
Alcuni operai edili e la Cgil di Firenze hanno chiesto di poter costituirsi parte civile.
Una trentina i cantieri nelle province di Prato, Firenze e Pistoia e in zone fuori regione, finiti nel mirino della polizia che per mesi e mesi è stata impegnata in pedinamenti, intercettazioni e verifiche costruendo un quadro che avrebbe imposto ai lavoratori solo doveri. Gli investigatori, dopo gli arresti, parlarono di condizioni di lavoro illegali e di un sistema che prevedeva caporali e sottocaporali con il compito di controllare gli operai nei cantieri (tra gli appalti anche uno pubblico di una scuola fuori Toscana), di assicurare a diversi di loro una casa ma dietro il pagamento di un affitto, di organizzare i turni e scegliere chi impiegare tra quanti si presentavano la mattina al punto stabilito per la partenza verso il luogo di lavoro. 

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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