Scoperta a Prato la base della banda di spacciatori attivi anche a Pistoia dove, proprio dopo una cessione di stupefacente, era morta una persona. L’indagine, partita dai carabinieri pistoiesi proprio in seguito alla morte per overdose di un uomo avvenuta lo scorso febbraio, ha portato all’individuazione a Prato di uno degli spacciatori dai quali la vittima si sarebbe rifornita prima di perdere la vita. Il pusher, di nazionalità marocchina, è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della stazione di Iolo, mentre usciva dal suo appartamento, con oltre 175 grammi di cocaina suddivisa in dosi pronte per essere smerciate, nascoste all’interno di una borsa. Durante la perquisizione all’interno del suo appartamento, i militari hanno poi ritrovato anche il materiale utile a confezionare la sostanza stupefacente e circa 198 euro in contanti (ritenuti il provento dell’attività di spaccio) posti sotto sequestro. Il bilancio dell’attività portata avanti dalla Procura di Pistoia in collaborazione con i carabinieri di Prato, è stato di altre cinque persone denunciate (3 di nazionalità marocchina e 2 italiani) di cui tre sottoposte a misure cautelari.
I militari hanno ricostruito, partendo dalla vittima e dal suo coinquilino, gli spacciatori dai quali era stata acquistata la droga letale, una fitta rete di illegalità che andava avanti nel tempo rivelando un’organizzazione strutturata dedita al commercio di droghe pesanti in grado di accedere a grossi quantitativi di stupefacente grazie a contatti stabili con gli ambienti del traffico di sostanze. Nel corso delle indagini è emerso come l’indagato principale, che risiedeva a Prato, perpetrasse violenze fisiche nei confronti degli acquirenti per concludere le trattative più difficili. La svolta decisiva è arrivata grazie all’esame tecnico dei telefoni cellulari della vittima dai quali è stato possibile recuperare il contatto telefonico dello spacciatore responsabile di aver ceduto l’ultima dose mortale di cocaina. Lo scorso 21 novembre, il Gip di Prato ha disposto per l’uomo la misura della custodia cautelare in carcere ed è stato quindi trasferito presso la Casa circondariale di Prato.