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Morte Gaddo Giusti, il giudice conferma l’archiviazione per i sanitari dell’ospedale finiti sotto accusa: “Seguite tutte le linee guida”


Respinta la richiesta di opposizione presentata dalla mamma del giovane scomparso ad agosto del 2022 in seguito ad un malore. Secondo quanto accertato, al momento del primo ricovero al pronto soccorso non aveva comunicato di essere affetto da una grave patologia


Eleonora Barbieri


I sanitari del pronto soccorso del Santo Stefano hanno fatto tutti gli accertamenti necessari e previsti dalle linee guida rispetto a quanto era stato dichiarato dal paziente durante l’anamnesi. Lo ha stabilito il gip del Tribunale di Prato, Leonardo Chesi che oggi, 10 aprile, ha archiviato definitivamente il procedimento a carico di cinque sanitari, tra medici e infermieri, per la morte di Gaddo Giusti, il 31enne calciante della Palla grossa deceduto il 6 agosto 2022, 48 ore dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Prato.

Lo scorso febbraio il Tribunale di Prato annullò il precedente provvedimento di archiviazione accogliendo il ricorso della madre del ragazzo disponendo la restituzione degli atti allo stesso Gip per un nuovo esame. Gip che oggi si è espresso confermando quanto aveva già valutato sulla condotta seguita dai sanitari (difesi dagli avvocati Silvia Nesti, Manuele Ciappi e Nicolò Coppini).

Gaddo si presentò al pronto soccorso il pomeriggio del 4 agosto 2022 lamentando dolori al petto rispetto ai quali era stato sottoposto a controlli e accertamenti al termine dei quali fu dimesso con una diagnosi di “dolore toracico” giudicata guaribile con due giorni di prognosi clinica e l’indicazione di monitoraggio tramite il proprio medico di famiglia per verificarne l’evoluzione clinica. Dalla documentazione raccolta, emerge che il giovane non aveva dichiarato ai medici l’ipertrigliceridemia indicata invece dal suo medico curante alle forze dell’ordine. Dunque, per età, fattori pregressi di rischio non noti, l’assenza di una storia anamnestica specifica e la circostanza, riferita al pronto soccorso, che i suoi dolori toracici si erano già manifestati più volte nei giorni precedenti, “il Giusti è stato correttamente considerato un paziente a basso rischio da trattare, secondo le linee guida, con un’urgenza indifferibile”. E ancora “la persona è stata sottoposta a tutti gli accertamenti medici del caso alcuni dei quali, come l’ecocardiogramma, non erano ritenuti imprescindibili dalle linee guida del settore in un paziente a basso rischio quale il Giusti”. Si aggiunge che nelle 8 ore di osservazione il giovane non ha avuto un’evoluzione clinica negativa sotto il profilo della sintomatologia esterna. Infine un elemento emerso dall’esame autoptico sul corpo del povero ragazzo: “la coronaroparia da ricondurre a una causa deterministica di alcuni anni prima, trattandosi di un evento raro per un soggetto giovane come Giusti”. Il giudice sottolinea anche che i sanitari abbiano tenuto una condotta “sotto il profilo della prudenza, anche più elevata rispetto a quanto prescritto dalle linee guida avendo, a solo titolo d’esempio tenuto il Giusti in osservazione oltre 8 ore nonostante la sintomatologia lieve e avendo effettuato tre prelievi di troponina anziché due”.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

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