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Maxitruffa bonus facciate: arresti e indagati in tutta Italia. A Prato la centrale di riciclaggio


L'operazione della guardia di finanza di Forlì coordinata dalla Procura pratese. I soldi ottenuti per lavori inesistenti finivano a due ditte cinesi che poi li mandavano all'estero


Claudio Vannacci


Una maxitruffa con il “bonus facciate” è stata scoperta grazie ad un’indagine coordinata dalla Procura di Prato e condotta dai finanzieri del comando provinciale di Forlì, che dalle prime luci dell’alba di oggi 14 maggio stanno dando esecuzione – con l’ausilio dei Reparti del Corpo delle province di Alessandria, Napoli e Foggia – a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di tre persone. Gli arresti domiciliari, disposti dal Gip del Tribunale di Prato su richiesta della stessa Procura, sono nei confronti di un quarantaseienne della provincia di Napoli, di un quarantasettenne della provincia di Foggia e di un trentenne della provincia di Forlì-Cesena, indagati dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nel corso della stessa operazione, le Fiamme Gialle forlivesi hanno anche eseguito un decreto di sequestro preventivo di crediti d’imposta fittizi per circa 5,9 milioni di euro.

Le indagini – svolte dai militari del Gruppo di Cesena – sono partite dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette e hanno consentito di appurare che una quarantina di persone, residenti in sei diverse regioni italiane (Piemonte, Emilia-Romagna, Campania, Puglia, Molise e Calabria), grazie all’utilizzo di false fatture per oltre 10 milioni di euro, hanno potuto richiedere il rimborso di crediti d’imposta per oltre 7,3 milioni di euro relativi ai “bonus facciate”, per poi monetizzarli attraverso la cessione a un istituto di credito. I finanzieri hanno anche constatato che il ricavato ottenuto è stato bonificato a due ditte riconducibili a soggetti di origine cinese, con sede nella provincia di Prato, le quali, a loro volta, lo hanno trasferito su conti esteri per farne disperdere le tracce. Le ditte sono state nel frattempo chiuse con i prestanome a cui erano intestate che sono irreperibili.

Nel corso delle indagini le Fiamme Gialle hanno accertato che nessuno degli immobili associati alle richieste di “bonus” era mai stato interessato da interventi di ristrutturazione edilizia e che i soggetti richiedenti il beneficio non erano nemmeno proprietari o possessori degli stessi immobili, che, peraltro, risultavano in regioni diverse rispetto al luogo di residenza dei finti intestatari. Gli arrestati sono sospettati di aver avuto ruoli chiave nel sistema di frode, avendo agito come “reclutatori”, “ideatori” o “agevolatori” ed essendo intervenuti nelle fasi salienti delle operazioni al fine di istruire opportunamente gli altri complici, adesso tutti indagati. Questi ultimi, peraltro, sono risultati sprovvisti delle risorse economiche necessarie a sopportare il costo delle medesime ristrutturazioni immobiliari. Molti di loro, come accertato, percepivano il reddito di cittadinanza.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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