Sono accusati di aver frodato il fisco grazie all’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un valore complessio di circa 35 milioni di euro. E’ un nuovo colpo al fenomeno delle cosiddette ditte “apri e chiudi” quello portato a termine dalla guardia di finanza di Prato che ha scoperto un’ingente frode fiscale nel settore del “Pronto Moda” gestiti d cinesi. Coinvolte numerose società e ditte individuali, tutte operanti nel Macrolotto.
L’attività, vieen spiegato dal comando provinciale delle Fiamme gialle, nasce da un collaudato programma di analisi ed elaborazione di percorsi ispettivi finalizzati a disarticolare le filiere di imprese intestate a prestanome, , molto spesso rappresentati dagli stessi dipendenti, che permettono agli imprenditori “di fatto” di esercitare l’attività d’impresa in costante evasione d’imposta.
Questa volta le Fiamme Gialle del Gruppo di Prato hanno individuato l’esistenza di nove ditte individuali operanti solamente pro forma, prive di strutture aziendali da giustificare gli ingenti volumi fatturati, e intestate a soggetti “prestanome”. Lo scopo di queste ditte era la sola emissione di fatture relative ad operazioni commerciali inesistenti per il successivo abbattimento delle imposte dovute da altre imprese che risultavano intestatarie delle fatture stesse. Come di consueto, ciascuna di tali imprese, trascorsi pochi anni dal suo avvio, cessava sistematicamente la propria attività con l’insorgere dei primi debiti erariali, spesso di importo rilevante, per evitare ripercussioni derivanti da procedure amministrative di accertamento.
Alle fine delle indagini sono state denunciate 14 persone, di cui i titolari delle nove ditte individuali, i due rappresentanti legali delle ditte utilizzatrici delle fatture emesse e tre “titolari di fatto”, che, attraverso lo schermo dei prestanome, gestivano le imprese emittenti. Per tutti i per i reati contestati sono stati quelli di emissione e utilizzo di fatture false e di omessa dichiarazione e per tutti c’è la richiesta di rinvio a giudizio della procura. Le attività si sono concluse con la ricostruzione e la segnalazione all’Agenzia delle Entrate di un fatturato complessivo di oltre 24 milioni di euro, ed un’Iva dovuta per oltre 10 milioni di euro da parte delle imprese coinvolte.