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Non si limiteranno più solo alle ditte di confezione i controlli delle squadre interforze coordinati dalla prefettura. Questa mattina, durante il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, sono state gettate le basi di una nuova strategia che punta a colpire sempre più a fondo il sistema di illegalità diffusa. Con una convinzione di fondo: che se anche appare un’impresa mostruosa controllare uno ad uno tutti i capannoni, lo è sicuramente meno dare l’idea alla comunità cinese di controlli sempre più incisivi e approfonditi. Oltre, naturalmente, alle ricadute che questo tipo di controlli ha sulla proprietà – spesso italiana – sia dei capannoni sia delle abitazioni. Così da ora in poi i controlli assumeranno l’aspetto di un tridente, andando ad incidere sempre sulle attività manifatturiere (ma con la dichiarazione di inagibilità dei capannoni) e allargando i controlli alle abitazioni dove si stanno progressivamente spostando i cinesi e anche alle aziende specializzate nel commercio, vale a dire i tanti pronto moda del Macrolotto. In questo caso i controlli saranno effettuati dalla guardia di finanza che andrà a controllare direttamente le fatturazioni e le modalità di vendita ai commercianti che ogni giorno prendono d’assalto i pronto moda cinesi.Del resto i numeri snocciolati dal prefetto Eleonora Maffei sono eloquenti: da gennaio ad oggi sono state controllate 185 ditte (erano state 158 in tutto il 2008), sequestrati 81 capannoni (100 nel 2008) e 4.013 macchinari tessili (contro 2.905). Riguardo i clandestini, quelli trovati nelle ditte sono 305 nei soli primi 10 mesi del 2009 (242 in tutto il 2008). Le ordinanze di inagibilità firmate dal sindaco, invece, sono già 59 e altre 4 sono in programma. Questa si è rivelata una mossa vincente, visto che così si fa a colpire direttamente la proprietà che non può più affittare l’immobile. La stessa strada, d’intesa con la procura, potrebbe essere seguita per le case: in questo caso, di fronte a condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie, potrebbe essere revocata l’agibilità.C’è poi il fronte dei controlli nelle aziende agricole cinesi. Qui la Forestale ha fatto notare un vuoto normativo che rende difficile l’intervento. Per questo sarà interessata la Regione. Anche perché Prato sta diventando il mercato più importante d’Italia nell’agroalimentare gestito dai cinesi.