E’ Alessio Bitozzi, segretario del ‘Consorzio Progetto acqua’ e consigliere delegato della società collegata ‘Progetto acqua 4.0’, il nuovo indagato nell’inchiesta della procura antimafia di Firenze su un presunto sistema corruttivo. L’ipotesi di reato – corruzione – è la stessa già contestata alla dimissionaria sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, e all’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci (sul registro delle notizie di reato è stato iscritto anche il vicesindaco, Simone Faggi, per false attestazioni al pm in sede di interrogatorio in qualità di persona informata sui fatti). Bitozzi, assistito dall’avvocato Luca Bisori, ha ricevuto l’informazione di garanzia a una settimana di distanza dall’inizio del terremoto giudiziario che si è abbattuto sul Comune di Prato, prossimo al commissariamento. Per i sostituti Gestri, Boscagli e Nastasi, titolari dell’indagine, Bitozzi avrebbe sollecitato gli uffici comunali e insistito con la sindaca per il rilascio dell’autorizzazione a utilizzare il terreno pubblico ex Memorino come stoccaggio delle terre di scavo provenienti dal cantiere della fognatura industriale. Una sollecitazione che – secondo l’accusa – sarebbe stata funzionale agli interessi del consorziato Matteini Bresci. Per gli investigatori, Bitozzi avrebbe spinto sull’operazione anche con tentativi di ingerenza sulla pianta organica dirigenziale del Comune non nascondendo malumore per il ritardo nel rilascio della concessione. Concessione che, anziché passare da una determina dirigenziale, è stata licenziata con una delibera di Giunta il 17 dicembre 2024, in una riunione in cui erano presenti tutti gli assessori. Per i magistrati antimafia, la sindaca non avrebbe avuto altra scelta che la delibera per superare le resistenze degli uffici che non vedevano di buon occhio le richieste degli industriali. Il semaforo verde a depositare le terre di scavo sul suolo comunale non sarebbe però stato sufficiente al privato che, infatti, si sarebbe lamentato per il canone di locazione fissato in 22mila euro. Bugetti – stando all’accusa – avrebbe recepito la lamentela e si sarebbe mossa per verificare la possibilità di diminuire il canone ma il suo presunto interessamento non è andato in porto.
In attesa degli interrogatori di domani, lunedì 23 giugno, della ormai ex sindaca e dell’imprenditore Matteini Bresci, al termine dei quali il giudice delle indagini preliminari dovrà pronunciarsi sulle misure cautelari chieste dalla Dda (domiciliari per Bugetti, carcere per l’imprenditore), il lavoro della procura è andato avanti senza sosta. La sfilata delle persone informate sui fatti è cominciata subito dopo la notifica dei primi due avvisi di garanzia e proseguirà ancora per giorni. Un’inchiesta complessa che torna indietro fino ai tempi di Bugetti consigliera regionale e già in rapporti con Matteini Bresci che si sarebbe vantato di avere aiutato l’amica con finanziamenti elettorali e voti reperiti anche in ambienti massonici. Considerevole la mole di carte messa insieme dai magistrati: una quantità enorme con gli elementi raccolti dai carabinieri del Ros e zeppa di nomi. La lista degli indagati potrebbe allungarsi.
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