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L’assassino di Denisa è un serial killer: trovati i resti di una seconda vittima nello stesso bosco, l’ha uccisa a coltellate lo scorso agosto


L'uomo, dopo essersi accusato dell'omicidio della escort scomparsa da Prato e messo alle strette dai carabinieri, ha ammesso di aver già ucciso lo scorso anno: anche in quel caso si trattava di una prostituta


Nadia Tarantino


Un’altra donna prima di Maria Denisa Paun. Un’altra escort, Ana Maria Andrei, 27 anni, anche lei romena, uccisa a coltellate e buttata in un bosco, nello stesso bosco in cui, mercoledì 4 giugno, è stato ritrovato il corpo decapitato di Denisa, la donna romena di 30 anni, residente a Roma, di cui non si avevano più notizie dalla sera del 15 maggio, scomparsa nel nulla dal residence Ferrucci di Prato nel quale alloggiava e riceveva i clienti durante la sua permanenza in città. Dopo aver confessato l’omicidio di Denisa, Vasile Frumuzache, 32 anni, romeno, guardia giurata, sposato e con figli, residente a Monsummano Terme, ha dichiarato di essere anche l’assassino di Ana Maria Andrei, scomparsa da Montecatini il primo agosto dello scorso anno; un caso relegato ad allontanamento volontario e, dunque, mai decollato. I suoi resti sono stati trovati nel tardo  pomeriggio di oggi 5 giugno, in località Le Panteraie, alla periferia del centro termale, vicino a un casolare, al termine di una mulattiera. Ossa e brandelli sono emersi dopo ore di ricerche e di scavi che i carabinieri hanno compiuto sotto il sole cocente e seguendo le indicazioni dell’indagato che a questo punto deve rispondere di due omicidi e di due soppressioni di cadavere.

La guardia giurata ha confessato l’omicidio di Ana Maria, anche lei di Roma ma spesso a Montecatini per incontrare i clienti, quando la procura lo ha convocato stamattina per un secondo interrogatorio. E’ arrivato assieme all’avvocato Diego Capano e ha risposto alle domande. Domande precise, mirate, dopo il ritrovamento all’interno di un capanno nella sua disponibilità e attiguo alla sua abitazione, di una macchina che, dopo accertamenti, è stata ricondotta a Ana Maria Andrei. Non ha opposto alcuna resistenza Vasile Frumuzache, non ha preso tempo, non ha cercato scappatoie. Ha confessato: “Volevo strangolarla ma non ci riuscii e allora la finì con un coltello”. Perché lo ha fatto? Non è chiaro, forse perché rifiutato, e invece per Denisa ha detto tanto, ha detto di averla uccisa per sottrarsi ad un ricatto, alla richiesta di 10mila euro per evitare che la moglie venisse a conoscenza di quell’incontro nella stanza del residence. Ha detto di più: “Mi ha minacciato dicendo che se non pagavo, c’erano persone che potevano risalire facilmente alla mia famiglia”. Un particolare vero? La procura sta lavorando su questo fronte per capire se sullo sfondo possa esserci uno spaccato di ricatti, di estorsioni a clienti e, nel caso, con l’eventuale coinvolgimento di quali persone.   
Intanto è stato ordinato un esame del dna sui resti trovati nel bosco e un risultato diverso dall’abbinamento alla escort scomparsa la scorsa estate aprirebbe, chiaramente, uno scenario diverso dall’attuale che pure è già sufficiente a parlare di serial killer per le caratteristiche comuni delle vittime.
Il trentaduenne ha varcato l’ingresso della procura in manette e in divisa. Da quando è stato fermato, mercoledì mattina, è rimasto nella disponibilità dei magistrati, rinchiuso nelle camere di sicurezza del comando provinciale dei carabinieri da cui è uscito per portare gli inquirenti nella zona in cui ha nascosto la testa di Denisa, per andare a rispondere alle domande dei magistrati e per far ritrovare i resti di Ana Maria. Giorni, quelli trascorsi tra la sparizione e il ritrovamento della trentenne rumena, nei quali il lavoro dei carabinieri non si è mai fermato, neppure un attimo. Vasile Frumuzache ha inanellato un errore dietro l’altro fino al più clamoroso: aver riattivato, in via Ferrucci, il telefono della sua prima vittima la sera della morte di Denisa. Poi il ritrovamento dell’auto, una Bmw, riverniciata e resa più anonima: nera anziché rossa come quando la sottrasse ad Ana Maria Andrei, e con una targa tedesca invece che romena .
Di Vasile Frumuzache si sa poco: per molti anni ha abitato in Sicilia, nel trapanese, poi, nel 2022, è arrivato a Monsummano e ha trovato lavoro come guardia giurata. Una moglie, due figli. Una vita normale, apparentemente. Un insospettabile che la sera del 15 maggio, dopo un rapporto sessuale con Denisa, l’ha strangolata, decapitata, e portata via in un trolley e in un borsone. Un viaggio di trenta chilometri fino a Monsummano, a casa, nel cui giardino ha acceso il fuoco e ha bruciato la testa prima di andare a buttare il cadavere nel bosco, accanto a quello di Ana Maria.
Le indagini continuano e sono concentrate sulla denuncia di scomparsa di altre donne. La procura sta interrogando le prefetture perché spulcino i loro archivi e verifichino segnalazioni anche di anni fa. (nadia tarantino)

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