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La notte di sangue a La Querce resta ancora senza un perché: inquirenti in cerca del movente


Ancora non c'è una spiegazione per l'omicidio di Mirko Congera e il ferimento della convivente Daniela Gioitta. Prima dell'aggressione avevano trascorso del tempo insieme a Christian Ottavi che, nella cella della Dogaia, continua a stare in silenzio


Redazione


Non c'è stato un minuto di sosta nelle indagini sull'omicidio di Mirko Congera, 44 anni, e sul ferimento della convivente Daniela Gioitta, 42, avvenuto nella notte di martedì 29 settembre nella loro casa in via Firenze, a La Querce. A quasi 48 ore dalla brutale aggressione e dall'arresto di Christian Ottavi, il quarantatreenne amico e vicino di casa indicato da Gioitta come l'assalitore, resta da rispondere ad un unico, grande interrogativo: quale movente ha scatenato la furia omicida? Perché Ottavi si è scagliato con tanta ferocia contro l'amico colpendolo al collo con un coltello per poi fare lo stesso con la donna? Ottavi, difeso dall'avvocato Braschi, è stato tenuto sotto torchio per 16 ore dai carabinieri del Nucleo investigativo e dal sostituto Vincenzo Nitti, titolare dell'inchiesta, ma non ha parlato. E nulla ha rivelato Daniela Gioitta che ha solo indicato la responsabilità del vicino di casa.
Secondo quanto accertato fino ad ora, i tre avrebbero trascorso un po' di tempo insieme prima della tragedia e lo avrebbero fatto bevendo qualcosa ma non è chiaro se ciò sia avvenuto a casa oppure fuori. Nelle prossime ore la donna sarà nuovamente sentita: gli inquirenti stanno aspettando il via libera dei medici dell'ospedale Santo Stefano dove la donna è ricoverata in prognosi riservata dopo il delicato intervento chirurgico a cui è stata sottoposta a causa della coltellata che l'aggressore le ha inferto alla gola nell'intento – è l'ipotesi investigativa – di ucciderla.
Intanto è stato disposto un accertamento tecnico sui telefonini delle vittime e dell'arrestato allo scopo di verificare messaggi e conversazioni che possano svelare il movente o mettere in fila le ore, e meglio i giorni, che hanno preceduto l'omicidio e il tentato omicidio. Congera e Gioitta stavano insieme da una quindicina di anni e convivevano da circa 3: parenti e conoscenti descrivono una coppia normale, come tante. La vittima aveva qualche precedente giudiziario, uno dei quali per truffa; ultimamente non lavorava, stessa condizione di Ottavi, sposato e con figli. Potrebbe essere in questo tratto comune la risposta a quanto avvenuto? I due intrattenevano qualche attività o affare insieme? I carabinieri stanno cercando di definire che tipo di rapporto avessero i due uomini, se si vedevano solo per caso, al bar o per strada, o se invece la loro fosse una frequentazione stabile e assidua e, in questo caso, tenuta in piedi da che cosa.
L'autopsia sul corpo di Mirko Congera dirà di più sulla dinamica dell'omicidio: dirà se c'è stato un tentativo di difesa o se invece il colpo al collo che lo ha ucciso è stato inferito subito, a freddo. Il coltello ritrovato nella casa della coppia e usato per uccidere l'uomo e ferire la donna apparterrebbe ad Ottavi che dunque avrebbe suonato alla porta dei vicini di casa con l'intenzione di colpire.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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