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Era un albanese residente a Prato il regista dell'organizzazione che importava droga dal Nord Europa, facendola arrivare sui pullman di linea per poi spacciarla in Lombardia e Toscana. A scoprirlo la guardia di finanza e la procura di Firenze che hanno smantellato il sodalizio criminale. Sono in tutto undici le persone, italiane e albanesi, nei cui confronti è scattata una misura di custodia cautelare. Tre dei destinatari delle misure erano già stati arrestati in flagranza durante le indagini. In totale sono stati sequestrati 520 chili di marijuana e 18 di cocaina.
Il traffico internazionale di droga viaggiava sui pullman di linea che una società del Milanese gestiva sulla direttrice Olanda-Belgio-Milano. La droga, soprattutto cocaina, veniva stoccata in un vano ricavato sotto le scalette interne di pullman a due piani e reso accessibile solo attraverso complesse procedure elettroniche. Lo stupefacente veniva quindi trasportato insieme ai passeggeri ignari.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Firenze Giulio Monferini, hanno individuato il regista dell'organizzazione proprio nell'albanese abitante a Prato, a cui facevano riferimento tutti gli altri sodali dell'organizzazione. Arrestato anche il titolare della ditta di trasporti e due suoi autisti, tutti italiani. Uno dei soggetti coinvolti, segnala la Finanza, in una distinta operazione, era emerso come legato a cosche della 'ndrangheta e fu arrestato nel 2013 e poi condannato sempre per aver trasportato con il suo pullman 17 kg di hashish.
Nell'indagine, denominata 'Bus Lijnen' (autobus di linea in fiammingo), sono stati ricostruiti 17 episodi di trasporto di droga dall'Olanda (cocaina proveniente dal Sudamerica) all'Italia. Dei 17 episodi ricostruiti, 16 riguardano singoli trasporti di cocaina (totale, oltre 50 chili sequestrati) e un altro il sequestro, nei pressi di Mantova, di 520 chili di marijuana su un'auto arrestando in flagranza sette persone.Al momento sono nove gli arrestati, mentre due sono latitanti all'estero.
Il principale indagato è stato arrestato mentre rientrava in Italia dall'Albania. I finanzieri lo hanno bloccato all'aeroporto di Fiumicino la sera del 20 gennaio dopo averne atteso il ritorno per ben due mesi.
L'inchiesta è nata dall'aggregazione di informazioni investigative che la Gdf aveva raccolto su un albanese pregiudicato gravitante su Prato, nella zona di Pratilia. Da questa figura sono stati ricostruiti i suoi rapporti, quindi il filo delle indagini ha portato gli investigatori prima in Lombardia e dunque all'estero. Secondo i riscontri, la banda avrebbe agito in modo autonomo da altre organizzazioni riguardo all'approvvigionamento di droga, contando sui rapporti transnazionali curati dall'Albania. In Italia la gang era strutturata su tre cellule operative: quella in Toscana – fra Prato e Firenze – quella di Lodi, e quella Lombarda.
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