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Inchiesta gestione dei Cas, ecco le immagini filmate dalla polizia dentro i centri finiti nel mirino


I video girati dagli investigatori mostrano degrado, sporcizia e sovraffollamento nei Centri di accoglienza straordinari gestiti dalle cooperative Astirforma, Verdemela e Humanitas


Redazione


Mentre il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook e su Instagram ringrazia per l'inchiesta sui Centri di accoglienza straordinari, arrivano le immagini girate dalla Digos e dalla polizia scientifica nel corso dei sopralluoghi compiuti in alcuni dei Centri di accoglienza straordinari gestiti dalle cooperative Astirforma, Verdemela e Humanitas, facenti capo al Consorzio Astir, a tradurre le contestazioni che la procura ha addebitato ai tre indagati per frode nelle pubbliche forniture.
Sul registro delle notizie di reato sono finiti Loretta Giuntoli, presidente di Astir e responsabile di Astirforma e Verdemela, agli arresti domiciliari dalla vigilia di Natale; Alberto Pintus, vicedirettore della Caritas diocesana e fino alla fine di giugno legale rappresentante di Humanitas, e Roberto Baldini, anche lui della stessa cooperativa, sospesi dall'attività per nove mesi.
I video sono stati girati la scorsa estate quando l'inchiesta che riguarda otto strutture a Prato, Carmignano e Poggio a Caiano, ha preso il via. Inchiesta aperta dalla procura sulla scorta del primo sopralluogo compiuto in via Umberto I a Poggio a Caiano in seguito alla segnalazione di schiamazzi presentata da alcuni residenti. La situazione riscontrata spinse gli inquirenti ad approfondire e ad estendere i controlli negli altri Cas gestiti da Verdemela come quello di via Umberto I, da Astirforma e da Humanitas. I tre indagati sono accusati di frode nell'esecuzione della convenzione stipulata con la prefettura.
Nel mirino della procura sono finiti i pasti – una sola fornitura al giorno invece di tre e in un unico contenitore anziché in vaschette monoporzione – e i servizi periodici e giornalieri di pulizia e igiene degli ambienti e quello di lavanderia che invece non sarebbero stati forniti.
Dei 35 euro al giorno pagati dalla prefettura per ciascuno richiedente – un centinaio in tutto quelli ospitati nelle otto strutture – solo la metà, secondo i calcoli degli investigatori, sarebbero stati destinati allo scopo.
Solo Giuntoli, il cui interrogatorio di garanzia è in programma il 2 gennaio, deve difendersi dall'accusa di minacce implicite nei confronti di tre dipendenti per costringerli a non riferire alla polizia le disfunzioni del servizio perché sei i Cas fossero stati chiusi, loro avrebbero perso il posto di lavoro.
La prefettura ha annunciato che sono in corso valutazioni per la risoluzione del contratto con il Consorzio Astir e che tutti i richiedenti asilo sono stati trasferiti in altre strutture (leggi).

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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