Ha risposto a tutte le domande del giudice per le indagini preliminari Scarlatti e a quelle del pubblici ministeri Canovai e Celano. Interrogatorio di oltre due ore oggi per Loretta Giuntoli, presidente di Astir e legale rappresentante delle cooperative Astirforma e Verdemela, messa agli arresti domiciliari la vigilia di Natale con l'accusa di frode nella pubblica fornitura nell'ambito dell'inchiesta della procura sulla gestione dei Centri di accoglienza straordinaria. Otto quelli finiti nel mirino della Digos: tre a Prato, tre a Carmignano, due a Poggio a Caiano – in tutto un centinaio di richiedenti asilo – gestiti oltre che dalle cooperative presiedute da Loretta Giuntoli, dalla cooperativa Humanitas, anche questa riconducibile al Consorzio Astir. La Humanitas conta due indagati: l'ex rappresentante legale e attuale vicedirettore della Caritas diocesana Alberto Pintus, e Roberto Baldini. Sia Pintus che Baldini, sospesi dallo svolgimento dell'attività per nove mesi e accusati dello stesso reato contestato a Giuntoli, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Sono tre le presunte violazioni alla convenzione stipulata con la prefettura per la gestione dei Centri di accoglienza straordinaria che hanno spinto la procura a ipotizzare il reato di frode: la fornitura di pasti in misura inferiore, uno al giorno anziché tre; il mancato servizio, giornaliero e periodico, di pulizia e igiene; il mancato servizio di lavanderia degli indumenti e delle lenzuola. Secondo la ricostruzione della procura, dei 35 euro al giorno corrisposti dalla prefettura per ciascun richiedente asilo ospitato, solo la metà sarebbe stata destinata alla gestione dei Cas.
Giuntoli, rispondendo alle domande del tribunale e della procura, ha argomentato e spiegato in che modo era organizzata la gestione quotidiana delle strutture e quali erano i compiti di ciascuno dei dipendenti impiegati nei Cas. A carico dell'indagata anche un secondo capo di imputazione: minacce nei confronti di alcuni dipendenti chiamati a riferire in questura in qualità di persone informate sui fatti; minacce – sostiene l'accusa – riferibili al rischio di perdere il posto di lavoro se avessero rivelato quanto a loro conoscenza. Anche su questo Giuntoli è stata chiamata a dare chiarimenti.
Al termine dell'interrogatorio l'avvocato Nicola Badiani, difensore di fiducia di Loretta Giuntoli, ha solo fatto sapere che al momento non ha presentato nessuna istanza di revoca o di attenuazione della misura cautelare. La sua assistita, dunque, resta ai domiciliari.
Inchiesta gestione Cas, Giuntoli interrogata per oltre due ore dal giudice e dai pm
La presidente del Consorzio Astir e legale rappresentante di due delle cooperative finite nel mirino della procura, ha risposto a tutte le domande e ha spiegato come era organizzata la gestione nelle strutture di accoglienza dei richiedenti asilo. La difesa non ha chiesto né la revoca né l'attenuazione della misura di custodia cautelare: Giuntoli resta ai domiciliari
51
Edizioni locali: Comuni Medicei | Prato