Davanti al giudice per le indagini preliminari, questa mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze nell’ambito dell‘inchiesta sui presunti rapporti di favore con il tenente colonnello Sergio Turini, ha preferito rilasciare alcune dichiarazioni spontanee per ribadire che non c’è stato nessun tentativo di corruzione nei confronti del capo della compagnia dei carabinieri di Prato Sergio Turini. L’imprenditore, difeso dall’avvocato Pier Matteo Lucibello, avrebbe negato di aver dato o promesso utilità al militare in cambio di alcune informazioni riservate. Intanto, i legali dell’uomo, a capo del Gruppo Colle e presidente del settore moda di Confindustria Toscana Nord, hanno presentato la richiesta al tribunale del riesame. Sempre oggi, si è tenuto l’interrogatorio di garanzia anche del terzo imputato, l’investigatore privato Roberto Moretti, 52 anni. L’uomo, che secondo l’accusa, avrebbe ricevuto informazioni riservate da Turini per svolgere alcuni lavori, ieri è stato portato in carcere per aver violato il divieto di comunicare con l’esterno mentre si trovava ai domiciliari. Anche Moretti, ascoltato dal gip a distanza tramite videochiamata, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’avvocato torinese difensore di Moretti, Flavio Campagna, ha annunciato di aver già depositato l’istanza di riesame, così come l’avvocato di Turini Giovanni Renna.
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