Il miglior biscotto di Prato è fiorentino. Una contraddizione in termini eppure è quanto decretato dalla prima edizione del pastry contest “Il miglior cantuccio di Prato”, ospitato stamani alla pasticceria Delizia di Poggio a Caiano, organizzatore in collaborazione con il Festival delle Pasticcerie e la nota trattoria tipica fiorentina Casa della Nella. I giurati, capitanati da Paolo Sacchetti, vice presidente dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani, hanno assaggiato 26 cantucci realizzati da altrettante pasticcerie o forni di tutta l'area metropolitana. I migliori tre provengono dalla Piana fiorentina con buona pace dell'orgoglio pratese. Il primo è la pasticceria Vannino di Calenzano, il secondo e il terzo le pasticcerie Fani e Mignon di Sesto Fiorentino. "Sono contento, per me è una bella soddisfazione. – afferma Zeno Vannini, titolare della pasticceria Vannino che ha rilevato un anno fa – Rispetto alla ricetta tradizionale ho aggiunto delle spezie nuove, noce moscata e malvasia. Qualche segreto del mestiere l'ho imparato anni fa quando ho lavorato accanto a Sacchetti. Mi fa molto piacere aver ottenuto questo premio, è grazie anche ai suoi insegnamenti".
L'evento, accende i riflettori su questo prodotto tipico della tradizione locale, terzo biscotto più venduto al mondo, già presente alla corte dei Medici e con un fatturato di 30 milioni l'anno.
La gara di stamani è anche un modo per far conoscere i piccoli produttori. "Poggio a Caiano ha una grande tradizione di pasticceria e in generale di enogastronomia. – afferma il sindaco Francesco Puggelli – Spero quindi, che questo sia solo il primo di una lunga serie di eventi del genere".

Uova, farina, zucchero e mandorle. Questi gli ingredienti base. A fare la differenza sono capacità e fantasia del pasticcere. Il resto lo fa il palato: "C'è chi lo preferisce più duro e meno aromatico – afferma Sacchetti – e chi più morbido, ma non troppo, e speziato. Dipende anche se è un prodotto di pasticceria o a uso industriale che richiede quindi conservazioni più lunghe". Ma la "zuppetta" nel vin santo si fa o no? A rispondere è il titolare della pasticceria Delizia: "Questione di gusti – afferma Vito Gennaro – personalmente preferisco assaggiare il biscotto secco e solo dopo tuffarlo nel vin santo".
Qui di seguito i partecipanti: Antica Pasticceria Tintori, Doris, Gabardina, Galileo, I'Bikke, Marcucci, Perugia, Peruzzi (Prato), Victory Cafè Museo (Montemurlo), Italia (Vernio), Tripoli (Agliana), Grazia (Quarrata), Emma's Bakery, Dulcinea, Vannino (Calenzano), Ballerini (Campi Bisenzio), Fani, Mignon (Sesto Fiorentino), Conti (Scandicci), Antico Forno Fabbri, Becagli, Bellucci, Bersagliere, Buonamici, Noisette, Pappa e Ciccia (Firenze).
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