E’ un ex soldato dell’esercito cinese, Nengyn Fang, 36 anni, l’ultimo uomo che mancava all’appello degli investigatori che da nove mesi indagano sul tentato omicidio di Chan Meng Zhang, l’imprenditore pregiudicato picchiato e accoltellato il 6 luglio scorso in un circolo in via Scarlatti e poi scaricato in mezzo alla strada, in via Marsala, non lontano da casa. L’uomo è stato rintracciato dagli uomini della Squadra mobile di Prato in un ristorante alla periferia di Padova. Decisivo il lavoro della polizia, coordinata dal procuratore Luca Tescaroli (nella foto) e aiutata dalla collaborazione del consolato cinese nella identificazione dell’indagato.
Il cerchio, dunque, è chiuso: altri cinque cinesi erano stati arrestati nel giro di pochi giorni in Calabria e in Sicilia, mentre tentavano di lasciare l’Italia.
Il tentato omicidio rientra nell’ambito della cosiddetta ‘guerra delle grucce’, la contrapposizione tra gruppi rivali per controllare un mercato redditizio, in continua espansione se si pensa alle centinaia e centinaia di confezioni e pronto moda per i quali le grucce rappresentano il più grosso rifornimento quotidiano. Un regolamento di conti di alto livello: l’imprenditore finito nel mirino, già condannato in via definitiva per l’omicidio di un connazionale, referente dell’impresa Eurotrans Oulian, compiuto nel 2006 a San Giuseppe Vesuviano, è inserito nel mercato della produzione delle grucce, mentre l’ultimo arrestato – stando alle indagini – la scorsa estate è arrivato appositamente a Prato dalla Cina “per tutelare con il ricorso alla violenza, gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce”. Un commando misto, composto da uomini del Fujian e dello Zhejiang.
Chan Meng Zhang fu aggredito all’interno del circolo Number one: prima accerchiato, poi colpito a ripetizione con calci e pugni, poi ferito con cocci di vetro e infine fatto bersaglio di numerose coltellate all’addome fino all’eviscerazione tanto violenti e profondi i colpi inferti. Tutto sotto le telecamere installate nel locale. Poi la vittima fu caricata in macchina dal titolare del circolo e portata dall’altra parte della città. L’imprenditore, uscito dal coma e dopo essere stato sottoposto a diversi interventi chirurgici, cominciò subito a collaborare con gli inquirenti e sono state le sue dichiarazioni a consentire alle indagini di imboccare subito la strada giusta.
“Le investigazioni hanno consentito di far emergere una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale – si legge in un comunicato del procuratore di Prato, Luca Tescaroli – dato confermato dalla presenza a Padova del soggetto fermato che si era reso irreperibile subito dopo il tentato omicidio”.
Gli altri cinesi arrestati dopo il fatto sono già davanti al giudice per il processo con rito abbreviato, difesi dagli avvocati Alessandro Fantappiè e Manuele Ciappi. Stessa accusa per tutti: tentato omicidio. (nt)
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