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Gioielli spacciati per propri venduti al Compro oro, la vicenda giudiziaria continua dopo 12 anni


Condannati in primo grado e assolti in Appello il figlio della proprietaria (che dopo la denuncia tornò in possesso dei suoi averi) e la sua educatrice. Il titolare del negozio rimasto senza soldi e senza preziosi cerca giustizia: "Sono stato tratto in inganno, rivoglio il denaro"


Nadia Tarantino


I gioielli di famiglia – anelli, collane, bracciali e spille – finirono al Compro oro e fruttarono 4.750 euro: soldi pagati dal titolare del negozio che, dopo la denuncia di furto presentata da una donna e il successivo recupero del tesoretto, si ritrovò a mani vuote, senza denaro e senza preziosi. Era il 2013. Le indagini inguaiarono il figlio della donna, all’epoca diciannovenne, e la sua educatrice, dipendente di un istituto pratese: nel 2018 il tribunale di Prato condannò i due rispettivamente per truffa (il reato di furto tra genitori e figli non è perseguibile dalla legge) e per truffa e ricettazione, nel 2023, invece, la Corte d’appello li assolse.  Ed ecco lo strascico di una vicenda che ancora non si chiude: il titolare del Compro oro, costituito parte civile con l’intenzione di recuperare i suoi 4.750 euro, per effetto dell’assoluzione si ritrovò fuori da ogni pretesa ma oggi la Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal suo avvocato, Eugenio Zaffina, consentendogli di perseguire la via del processo civile che prescinde da quello penale. Una storia intricata e con più di un colpo di scena.
I fatti. Nel 2013 il giovane e la sua educatrice si presentano ad un Compro oro di Firenze per vendere i gioielli; la donna dichiara di esserne la proprietaria e viene creduta dal titolare del negozio che procede alla valutazione, compra e paga in contanti il controvalore. Il giovane è presente alla trattativa ma non partecipa. Qualche giorno dopo, la madre e vera proprietaria dei gioielli, si accorge che i suoi averi sono spariti e presenta denuncia alla polizia. In casa, la donna trova alcuni appunti che fanno risalire ad un Compro oro di Firenze ed effettivamente qui viene ritrovato tutto. I gioielli tornano al loro posto e le indagini portano dritto al giovane e all’educatrice che arrivano a processo. Dopo dieci anni la storia, sul piano penale, arriva ad una sentenza di assoluzione che ribalta completamente il primo grado. Ed è a questo punto che il titolare del negozio reclama il suo danno che va al di là della decisione dei giudici. Con  il suo avvocato smonta la tesi secondo cui avrebbe dovuto indagare sulla provenienza dei gioielli e si difende dicendo che se non fosse stato tratto in inganno e avesse saputo che quegli oggetti erano riconducibili al giovane, avrebbe certamente agito in altro modo vista anche la giovane età del ragazzo. La Cassazione ha accolto il ricorso e annullato la sentenza di Appello nella parte che esclude la responsabilità civile. Adesso sarà un altro giudice a prendere in mano la vicenda ma intanto sono passati dodici anni e recuperare i soldi sarà un’impresa.  (nt)

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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