Emerge un groviglio di rapporti strettissimi tra la cooperativa Verdemela, finita nell'inchiesta sulla gestione dei Centri di accoglienza straordinari che il 24 dicembre ha portato agli arresti domiciliari per frode nelle pubbliche forniture il suo legale rappresentante e presidente del Consorzio Astir Loretta Giuntoli, e la società immobiliare Ecosol, proprietaria dell'immobile in via Umberto I a Poggio a Caiano dal cui sopralluogo è partito il lavoro della Digos. Rapporti che, fuori dai capi di imputazione, sono nelle carte dell'inchiesta dei sostituti Laura Canovai e Egidio Celano: Giuntoli risulta essere presidente della Ecosol, che si occupa di acquisto, ristrutturazione, costruzione e allestimento di beni mobili e immobili e terreni da destinare a strutture sociali e socio-assistenziali ed è anche presidente della cooperativa Verdemela a cui l'immobile, diventato un centro di accoglienza, era stato affittato. Un intreccio di interessi che non rileva un profilo penale ma sul quale la procura ha comunque messo gli occhi nelle settimane di indagine sui servizi – vitto, pulizia e lavanderia – effettivamente resi nei Centri di accoglienza rispetto alla convenzione stipulata dai gestori con la prefettura.
Nell'inchiesta sono finite altre due cooperative: Astirforma e Humanitas. Della prima è legale rappresentante Loretta Giuntoli, dell'altra è stato fino a fine giugno il vicedirettore della Caritas diocesana Alberto Pintus; indagato anche Roberto Baldini. Tutti e due, già comparsi davanti al tribunale, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anche loro, per i quali la procura ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la sospensione dall'attività per nove mesi, sono indagati per frode nelle pubbliche forniture. Ipotesi di reato che la procura sostiene attraverso i riscontri della polizia e le dichiarazioni sia dei dipendenti che dei richiedenti asilo ospitati negli otto centri di accoglienza di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano. Ci sarebbero anche foto e video a dimostrare la fondatezza delle accuse stando alle quali ai migranti il pasto veniva fornito una volta al giorno invece di tre, in un contenitore unico e non in vaschette monoporzione con la divisione che veniva fatta dagli stessi ospiti anziché dal personale delle cooperative; in qualche caso non venivano forniti i pasti ma alimenti che i richiedenti asilo provvedevano a cucinare. Non veniva garantito, secondo l'accusa, nemmeno il servizio di pulizia degli ambienti e degli arredi e nemmeno quello di lavanderia. Servizi difformi da quelli stabiliti dal contratto con la prefettura. La procura sostiene che solo la metà dei 35 euro al giorno corrisposti per ogni richiedente asilo veniva destinata allo scopo.
Solo per Loretta Giuntoli altre due contestazioni: la mancata disinfestazione dell'appartamento in via Umberto I a Poggio a Caiano infestato dalle cimici e di quelli in via Marini a Prato infestati dai topi. A carico di Giuntoli anche un secondo capo di imputazione: minacce nei confronti di tre dipendenti per costringerli – dice la procura – a non rivelare “le disfunzioni del sistema” per non rischiare di perdere il posto di lavoro.
Ieri, giovedì 27 dicembre, dopo la bufera che si è abbattuta sui centri di accoglienza gestiti dalle cooperative del Consorzio Astir, Loretta Giuntoli ha manifestato la volontà di dimettersi da tutte le cariche rivestite per concentrarsi sulla sua difesa mentre Alberto Pintus si è autosospeso dall'incarico di vicedirettore della Caritas in attesa che venga chiarita la sua posizione.
Tutti e tre gli indagati sono assistiti dall'avvocato Nicola Badiani.
Gestione Cas, l’inchiesta svela un intreccio di interessi all’interno del mondo delle cooperative
Uno degli appartamenti utilizzati come Centro di accoglienza è di proprietà di una società immobiliare che lo ha affittato alla cooperativa Verdemela: presidente di entrambe è Loretta Giuntoli, arrestata con l'accusa di frode nelle pubbliche forniture nell'ambito della gestione dei richiedenti asilo. Intrecci che non costituiscono reato ma che sono stati ugualmente rilevati dalla procura
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