Arrivava dalla Tunisia ma con etichetta 'made in Italy' il carico di capi di abbigliamento controllato e sequestrato dai funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Livorno. Nei guai è finito il legale rappresentante di una società con sede a Prato; l'accusa è frode in commercio per l'apposizione di falsa dichiarazione 'made in Italy' sui capi di abbigliamento. Il lavoro dell'Agenzia delle dogane prende le mosse dallo stretto controllo sugli illeciti di natura extratributaria a tutela della produzione fatta in Italia.
La merce sequestrata, destinata alla società pratese, era costituita da abbigliamento per donna in lino. Le verifiche, effettuate attraverso le banche dati, hanno rilevato che il destinatario non aveva mai compiuto precedenti operazioni a Livorno. All'importatore è stato chiesto di esibire la documentazione supplementare da cui è emerso che neppure la materia prima inviata in Tunisia per il confezionamento dei capi era di origine italiana.