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Sono coinvolte anche aziende del territorio pratese nell'inchiesta della guardia di finanza di Firenze che vede 47 indagati per la falsificazione e il commercio di celebri marchi della pelletteria. Per nove di loro sono scattate misure personali, eseguite oggi 3 agosto: tre obblighi di dimora e sei obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono accusati di associazione a delinquere a carattere internazionale finalizzata alla produzione, commercializzazione e ricettazione di prodotti di pelletteria recanti marchi contraffatti.
Nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dalla Dda di Firenze, sono stati sequestrati migliaia di accessori e capi contraffatti, per un valore di commerciale di circa 1 milione di euro. Secondo le Fiamme gialle, tra il 2016 e il 2019 l'organizzazione, con base operativa a Firenze ma operante a livello internazionale, avrebbe immesso sul mercato prodotti contraffatti recanti i marchi Armani, Balenciaga, Celine, Diesel, Fendi, Givenchy, Gucci, Luis Vuitton, Pandora, Prada, Trussardi, Yves Saint Laurent. Mediante alcune aziende dell'hinterland fiorentino, pratese e dell'empolese, il gruppo provvedeva a tutte le fasi produttive e commerciali, dalla fornitura delle materie prime fino alla commercializzazione dei capi ed accessori contraffatti, effettuata tramite buyers esperti in grado di immettere i prodotti su mercati primari internazionali, anche attraverso canali e-commerce.
Secondo quanto emerso nell'inchiesta, i prodotti contraffatti, realizzati con pelli di alta qualità, in alcuni casi le stesse tipologie impiegate dalle case di moda, venivano venduti al dettaglio a un prezzo pari al 50% dell'originale. Tra i tre destinatari dell'obbligo di dimora, anche due 50enni, residenti a Lastra a Signa e a Sesto Fiorentino, considerati dagli investigatori i vertici dell'organizzazione: erano in grado di gestire ogni fase della produzione, dall'approvvigionamento di materie prime fino alla vendita. I due, italiani, sono risultati già noti alle forze dell'ordine per reati dello stesso tipo.
Indagati anche i titolari, italiani e cinesi, di alcune pelletterie che per l'accusa avrebbero prodotto la merce contraffatta. In alcuni casi, si tratterebbe delle stesse aziende incaricate della produzione ufficiale da parte delle case di moda. Le principali ditte dove avveniva la realizzazione di merce contraffatta, spiega la guardia di finanza, hanno sede nel Fiorentino, a Capraia e Limite, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Empoli, Vinci, e in provincia di Prato a Poggio a Caiano.
Le misure cautelari chieste al gip già nel 2019 dai pm fiorentini Giulio Monferini e Giuseppe Ledda erano state 26, tra cui anche alcuni arresti. Di queste ne sono state disposte dal giudice 9, tra cui 3 obblighi di dimora e 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
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