Passa da oltre due milioni e meno di uno il valore del patrimonio sequestrato all'imprenditore montemurlese Massimo Banchi e a tre suoi collaboratori finiti con altri nell'inchiesta della procura di Pistoia su un presunto meccanismo fraudolento che sarebbe stato messo in piedi allo scopo di aggirare l'Erario, dalle aziende uscite indenni dal fallimento del gruppo Banchi, molto noto a Prato, Montemurlo e a Montale. Il tribunale del Riesame, il cui primo pronunciamento che confermava il sequestro era stato bocciato dalla Cassazione in seguito al ricorso degli avvocati Luca Brachi, Gaetano Berni e Niccolò Lombardi Sernesi, ha disposto il dissequestro e la riduzione del sequestro ancorato a diverse imputazioni mosse dalla procura che, a vario titolo, contesta reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio e sottrazione fraudolenta di beni all'azione di recupero dell'Erario. “Dopo la sentenza della Cassazione eravamo di fronte ad uno spiraglio di luce nella penombra in cui si trovava la posizione degli indagati – il commento del collegio difensivo – oggi possiamo dire che in quella stanza buia si sono accese numerose lampadine”.
L'ordinanza di restituzione arriva a poche settimane dall'udienza preliminare in cui si affronterà il problema della sequestrabilità per equivalente della prima casa, condizione che riguarda numerosi imputati del procedimento giudiziario scaturito da un'indagine del 2016 basata su una denuncia, relativa ad altri fatti, presentata da debitori di società del Gruppo Banchi (successivamente dichiarate fallite proprio per le istanze depositate dallo stesso Banchi). Per quei fatti oggetto della denuncia, è stata pronunciata sentenza di archiviazione per 'manifesta insussistenza'. Non finisce lì però: si è aperta, infatti, un'indagine fiscale che ha portato, nel 2019, al sequestro di immobili (anche prime case, appunto) e conti correnti di collaboratori, parenti e dipendenti dell'imprenditore. Il convincimento degli investigatori è che le società che si sono salvate dal fallimento (“la crisi dell'assetto imprenditoriale – si apprende – nasce in seguito ad un accertamento induttivo che sfocia in un processo dal quale Banchi esce assolto”) siano state amministrate in modo non corretto per fare in modo di sottrarre risorse su cui l'Erario avrebbe potuto rivalersi. E mentre le società del Gruppo Banchi hanno avuto accesso alla definizione agevolata del debito fiscale che, proprio per questo, è stato sensibilmente ridotto, la vicenda processuale nel suo complesso deve ancora entrare nel vivo. Massimo Banchi, intanto, esprime soddisfazione per la decisione del tribunale reputandolo un primo passo verso il chiarimento della sua posizione e di quella dei suoi collaboratori.
Fallimento Gruppo Banchi, il tribunale dimezza il sequestro a carico degli indagati
Ridotto di circa la metà il patrimonio congelato dai giudici in seguito all'inchiesta della procura su un presunto meccanismo messo in piedi per aggirare l'Erario. Una parte delle società del Gruppo era fallita in seguito al dissesto finanziario sopraggiunto dopo un accertamento fiscale. Gli avvocati: "Si è accesa la luce sulla posizione degli indagati"
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