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Ha aspettato il referto del tampone a cui si è sottoposta a Prato il 28 ottobre, dopo aver accusato sintomi riconducibili al Coronavirus, e finalmente nel pomeriggio di ieri, sabato 31 ottobre, dopo quattro giorni, ha ricevuto la comunicazione della Asl Toscana centro ma si tratta in realtà di una non risposta. Il motivo? Il referto, elaborato da un laboratorio di Firenze, non contiene l’esito, non riporta insomma il risultato del tampone. Positivo? Negativo? Niente. Si dice solo che questo verrà fornito dal laboratorio di Careggi senza indicare quando e, soprattutto, come fare a saperlo.
“Mi piacerebbe saperlo – dice la donna che ha segnalato a Notizie di Prato l’anomalia della comunicazione sanitaria – non lo so, non c’è scritto. Io so solo che ho la febbre alta, che non ho avuto contatti a rischio, che sono chiusa nella mia camera, che quattro giorni fa ho fatto il tampone dopo essermi rivolta al mio medico e che la sola carta che ho in mano non riporta l’unica cosa davvero importante”.
Non c’è pace per il sistema referti della Asl Toscana centro: indirizzi sbagliati, ritardi, ora anche “vuoti”. La donna vive da giorni confinata nella sua camera per evitare contatti con il resto della famiglia. “Non ho mandato i miei figli a scuola per precauzione – dice – non hanno sintomi ma ho voluto aspettare il risultato del mio tampone. E niente, il risultato ancora non c’è. Ho telefonato ai numeri di riferimento ma non risponde nessuno, aspetterò domani. Magari mi diranno che la mia è una pratica già evasa e che sarò costretta a ripetere il tampone oppure, come mi auguro, riusciranno a comunicarmi l’esito. Avrà la Asl un database, un archivio, un elenco dal quale attingere informazioni? Speriamo”.
La stessa identica cosa è stata segnalata da un'altra nostra lettrice. Anche lei ha ricevuto un referto analogo. Probabilmente si può intuire che il tampone è stato mandato ad analizzare nel laboratorio di Careggi che non fa parte dell'Asl Toscana Centro. Non viene però spiegato come contattare Careggi per avere il referto. Anche perché, come denunciato dalle nostre due lettrici, è praticamente impossibile contattare via telefono i recapiti indicati. E far andare di persona persone potenzialmente positive a ritirare il referto da Prato a Firenze, appare davvero poco verosimile. Insomma, ancora inciampi nel sistema di tracciamento che dovrebbe invece essere la prima arma per combattere il coronavirus.
La stessa identica cosa è stata segnalata da un'altra nostra lettrice. Anche lei ha ricevuto un referto analogo. Probabilmente si può intuire che il tampone è stato mandato ad analizzare nel laboratorio di Careggi che non fa parte dell'Asl Toscana Centro. Non viene però spiegato come contattare Careggi per avere il referto. Anche perché, come denunciato dalle nostre due lettrici, è praticamente impossibile contattare via telefono i recapiti indicati. E far andare di persona persone potenzialmente positive a ritirare il referto da Prato a Firenze, appare davvero poco verosimile. Insomma, ancora inciampi nel sistema di tracciamento che dovrebbe invece essere la prima arma per combattere il coronavirus.
E non è andata meglio a un'altra famiglia pratese. Il nonno è risultato positivo ed è stato ricoverato in ospedale perchè si è aggravato, cosi per la figlia e i nipoti è scattata la procedura anticovid. Oggi 1 novembre, dopo dieci giorni di attesa avevano l'appuntamento per il tampone preso attraverso il portale dell'Asl. I due ragazzi,di 12 e 8 anni (la bimba con problemi gravi di salute), a Pistoia al drive through della Misericordia nel parcheggio del vecchio ospedale del Ceppo Vecchio, la madre a Firenze.
Questa mattina la famiglia è partita in direzione Pistoia, ma quando è arrivata , con dieci minuti di anticipo rispetto all'appuntamento come richiesto, gli è stato detto che il tampone non si poteva fare, e che avrebbero dovuto prendere un nuovo appuntamento. “Ho cercato di capire come mai – spiega la madre – ma non c'è stato verso di avere risposta, appena rientrata mi sono rivolta alla guardia medica, non sapevo come fare perché gli altri numeri non rispondono, e gli ho chiesto di attivarmi l'Usca, ma anche qui non ho avuto miglior fortuna. La mia bambina è immunodepressa e capire se è positiva per lei è ancora più importante".
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