Altre tre settimane di attesa per le perizie sulla tragica esplosione al deposito Eni di Calenzano, che lo scorso 9 dicembre provocò cinque morti e numerosi ferite. Sono scaduti oggi i 60 giorni fissati dalla procura di Prato per la consegna da parte dei consulenti dei pm delle relazioni ma la stessa consegna slitta alla prima settimana di marzo. I consulenti – esperti di varie discipline – sono stati nominati dai magistrati inquirenti per poter risalire in base alle loro indicazioni tecniche ai profili di responsabilità per l’esplosione. Il fascicolo di indagine annovera al momento le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Ma le ipotesi di reato potrebbero crescere, dato che negli ultimi giorni la procura guidata da Luca Tescaroli ha disposto nuovi accertamenti di carattere ambientale. Altri rilievi che si sono resi necessari dopo che in un sopralluogo nel deposito è emerso uno sversamento in corso di carburante nel suolo. Tale elemento di preoccupazione è accresciuto dalle forti piogge di queste ore, dato che – come ha ricordato la procura – sono ancora stoccate lì 40.000 tonnellate di carburante nei silos.
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