Cinque morti e 26 feriti, tre dei quali gravi, ricoverati tra il Centro grandi ustioni di Pisa e l’ospedale fiorentino di Careggi. E’ definitivo il bilancio dell’esplosione che ieri mattina, alle 10.19, ha disintegrato l’area carico dello stabilimento Eni a Calenzano, danneggiato pesantemente i fabbricati in un raggio di alcune decine di metri e fatto tremare gli edifici a chilometri di distanza. Un boato sentito da Firenze a Pistoia. Una palla di fuoco e una colonna di fumo visibili in tutta l’area metropolitana. Un film di paura.
Ai due cadaveri recuperati ieri mattina, si sono aggiunti quelli dei tre dispersi: due corpi trovati stamani, molto presto, un altro affiorato dalle macerie qualche ora più tardi. Vincenzo Martinelli, 51 anni, e Carmelo Corso, 57, sono le vittime che abitavano a Prato: originario di Napoli e padre di due giovani il primo, originario di Catania e residente a San Giorgio a Colonica il secondo. Secondo quanto risulta dai registri di ingresso allo stabilimento Eni, entrambi erano arrivati da pochissimi minuti al deposito quando è avvenuta l’esplosione. Gli altri morti: Davide Baronti, 49 anni, originario di Novara ma da tempo residente a Bientina, nel pisano, Gerardo Pepe, 45 anni, della provincia di Potenza, Franco Cirelli, 50 anni, della provincia di Matera. Nessuno più, già ieri sera, sperava in un resoconto meno pesante: troppo devastante, troppo potente l’esplosione per immaginare un finale diverso. Saranno i medici legali a ricomporre le salme e a fare l’accertamento irripetibile dell’autopsia.
“Vincenzo era un mio collega, lavoriamo per la stessa società – ha raccontato un autotrasportatore con la voce commossa – noi seguiamo protocolli di sicurezza precisi e siccome trasportiamo un prodotto particolare, veniamo continuamente formati e aggiornati”.
I vigili del fuoco hanno ripreso stamani le operazioni di smassamento: macerie e lamiere, un ammasso indistinguibile di quello che fino a un minuto prima e per decenni è stato il punto di prelievo del carburante, gli stalli nei quali le autocisterne parcheggiavano per rifornirsi di benzina e gasolio. Operazioni lunghe e delicate, portate avanti sotto gli occhi dei due esperti di esplosivistica a cui la procura ha affidato l’incarico di ricostruire la dinamica e accertare le cause dello scoppio. “Per noi è il primo sopralluogo – hanno detto all’uscita dallo stabilimento – faremo una perizia sugli esplosivi. E’ presto per avanzare qualsiasi ipotesi, dobbiamo fare il nostro lavoro”.
Al lavoro anche i tecnici della Asl Toscana Centro per la verifica di tutte le procedure in ordine ai sistemi antinfortunistici e quelli dell’Arpat per le verifiche ambientali.
Domani Toscana in lutto: così ha deciso il presidente della Regione. Lutto proclamato anche a Calenzano dove Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero provinciale di quattro ore e un corteo alle 14.30. Prato si unisce al dolore con un minuto di silenzio alle 10 e bandiera a mezza asta sulla facciata del Palazzo comunale. In piazza scenderà una rappresentanza dell’amministrazione mentre la campana di Palazzo Pretorio farà alcuni rintocchi. (nadia tarantino)
Esplosione Calenzano, sale a cinque il numero delle vittime: recuperati i corpi dei tre dispersi. C’è una seconda vittima pratese
Riprese le operazione di smassamento delle macerie. Sul posto vigili del fuoco ed esperti incaricati dalla procura di Prato di ricostruire la dinamica dell'incidente. Dopo Vincenzo Martinelli, già identificato ieri, si aggiunge all'elenco il nome di Carmelo Corso che abitava con la famiglia a San Giorgio a Colonica. Entrambi erano appena entrati nel deposito Eni quando è avvenuta la deflagrazione
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