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Se esiste un Oscar o un premio da dare al clandestino più clandestino di tutti i tempi, certamente ci può concorrere con buone speranze di vittoria il cittadino colombiano, di 61 anni, espulso e accompagnato da due agenti della questura di Prato fino a destinazione, a Bogotà. L’uomo risulta infatti essere presente sul territorio italiano dal lontano 1962: 47 anni durante i quali ha collezionato un numero impressionante di reati ma mai si è sognato di regolarizzare la sua posizione. In questo lasso di tempo il colombiano ha girato praticamente tutte le regioni d’Italia, procacciandosi da vivere attraverso furti, borseggi, taccheggi e anche rapine. Il primo Foglio di via obbligatorio che si è visto comminare risale addirittura al 1962 e da allora, nonostante le numerose sanatorie per immigrati, ha preferito restare da clandestino e continuare a delinquere, collezionando un discreto numero di condanne per i più svariati reati. L’ultima di queste, l’ha portato nel carcere della Dogaia a Prato, dal quale è uscito, due giorni fa, avendo avuto uno sconto sull’ultima pena da espiare. A questo punto, però, Prefetto e Questore hanno deciso di agire senza perdere tempo, per non dare la possibilità al colombiano di rendersi nuovamente “uccel di bosco”. Così è stato emesso un provvedimento d’espulsione, subito convalidato dal Giudice di Pace, che ha reso possibile il suo allontanamento dall’Italia. E per far sì che questo fosse effettivo, e non si risolvesse in una beffa, il dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura ha disposto che due agenti accompagnassero il colombiano non solo all’aeroporto di Roma, ma anche sul volo fino a Bogotà per poi consegnarlo alle autorità colombiane. Cosa puntualmente avvenuta. Tra l’altro i due agenti scelti per l’incarico sono reduci da uno speciale addestramento proprio per questo tipo di operazioni e sono in grado di parare correntemente lo spagnolo, il tedesco e l’inglese.
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