Potrebbe essere una nuova puntata – la più violenta fino a ora – della ‘guerra delle grucce’ il duplice omicidio compiuto ieri sera a Roma, nel quartiere del Pigneto. A cadere sotto i colpi di pistola esplosi, pare, da un killer solitario, sono stati Zhang Dayong, cinese di 53 anni (nella foto), e la compagna, Gong Xiaoqing, 38. L’uomo, detto Asheng, è già noto alle cronache pratesi: il suo nome compariva nell’elenco degli indagati dell’inchiesta China Truck che nel 2018 portò in carcere 33 persone sulle novanta iscritte sul registro delle notizie di reato. Di più: Asheng è stato per anni, molti anni, il collaboratore fidatissimo di Zhang Naizhong, il cinese ritenuto il capo del gruppo criminale in guerra, allora, per il controllo del trasporto di merci in mezza Europa, padre di Zhang Di, già presente in quella inchiesta e oggi imprenditore del settore della logistica, titolare di una delle aziende destinatarie, lo scorso 16 febbraio, di pacchi bomba oltre che di aziende finite nel mirino di attentati incendiari in Francia e in Spagna. Circostanze che spingono gli investigatori a considerare “plausibile” l’ipotesi di una esecuzione avvenuta nell’ambito di una guerra che si sta combattendo tra gruppi contrapposti interessati a conquistare da una parte e a conservare dall’altra quote del mercato della logistica, uno dei più redditizi e l’unico, probabilmente, in continua espansione. Era successo nel 2012-2013 (le misure cautelari per China Truck arrivarono molto tempo dopo), sta succedendo di nuovo da un anno a questa parte. Zhang Dayong, nel 2018, finì nell’inchiesta che portò a galla, dopo una complessa indagine della Squadra mobile di Prato diretta allora da Francesco Nannucci, i crimini consumati nella comunità cinese e che non riguardavano solo le maniere forti per mettere le mani sulla logistica, ma anche lo sfruttamento della prostituzione, il traffico di droga, l’usura, il gioco d’azzardo.
Il 53enne, finito in carcere a Roma, fu definito, nelle carte dell’inchiesta, il “collaboratore ed esecutore di Zhang Naizhong”: era lui, infatti, a dirigere le “bische clandestine controllate dall’organizzazione criminale nella Capitale” ed era sempre lui a partecipare all’attività di prestito di denaro a usura e successivamente a quella “violenta” di “recupero credito da debitori in difficoltà”.
Le indagini sul duplice omicidio sono in corso ma è certo che non sfuggono i collegamenti con Prato come è certo che il procuratore Luca Tescaroli guarda con grande attenzione alle vicende che si consumano fuori città e che lasciano affiorare punti in comune con le sue inchieste. Intanto continuano senza sosta le indagini sulle ultime aggressioni: quella in un circolo in via Filzi con il brutale pestaggio di un cinese che sta lottando tra la vita e la morte e quella in un parcheggio in via del Purgatorio dove un commando di diverse persone ha esploso colpi di pistola contro un uomo che è riuscito a mettersi in salvo. Tutto porterebbe alla ‘guerra delle grucce’. (nt)
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