A un mese di distanza dalla violenta aggressione che ridusse in fin di vita un trentenne, i carabinieri hanno rintracciato e arrestato due dei responsabili, che ora si trovano nel carcere della Dogaia. I fatti risalgono alla notte del 18 aprile scorso quando il trentenne originario del Marocco fu prima inseguito e poi colpito più volte con un machete. Il giovane per un paio di giorni era rimasto fra la vita e la morte in neurochirurgia a Firenze.
La misura cautelare, disposta dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura per tentato omicidio in concorso, è stata eseguita sabato scorso dai carabinieri di Prato che nell’arco di qualche settimana avevano ricostruito il quadro indiziario ed identificato due dei responsabili, anche loro maghrebini.
L’aggressione si è consumata intorno l’1 di notte lungo via Carradori, a pochi passi da porta Santa Trinita: un gruppetto di almeno cinque persone aveva atteso nei pressi di un bar della zona un loro connazionale. Questi, uscito dal locale, era stato aggredito con colpi di machete alla testa e al corpo e lasciato in gravissime condizioni per strada. I rumori hanno risvegliato diversi abitanti della zona che si sono trovati loro malgrado testimoni di un fatto di sangue. Il ferito, prontamente soccorso, era stato trasportato all’Ospedale di Prato e poi trasferito, a causa di due importanti ferite al cranio, nella Neurochirurgia dell’ospedale fiorentino di Careggi dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico che ne ha scongiurato la morte.
Le indagini sono state particolarmente difficoltose sin dalle prime battute vista la scarsa collaborazione dei principali protagonisti della vicenda che spesso avevano precedenti penali anch’essi. Gli investigatori hanno incontrato una certa reticenza a collaborare sia nelle persone informate sui fatti direttamente legate alla vittima che nelle poche presenti sul posto, in quanto avventori di un noto locale etnico del centro storico, Il lavoro paziente dei carabinieri ha comunque permesso di raccogliere molti indizi, suffragati dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, che hanno portato alla richiesta cautelare avallata poi dal Gip e confermata in sede interrogatorio di garanzia svolto nei confronti dei due arrestati. Le indagini procedono ancora alla ricerca degli altri componenti del gruppo ed alla verifica di connessioni con alcuni eventi meno cruenti avvenuti in città che potrebbero essere connessi alla vicenda.
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