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Nel 2017 i conti del Comune di Prato non sono riusciti a far fronte al disavanzo ordinario di oltre 5,1 milioni di euro e ora la tegola cade sul bilancio 2018 che per la stessa voce deve coprire quasi 4,5 milioni di euro. Alle due ingenti somme si aggiunga la rata di disavanzo straordinario 2018 da quasi 800mila euro e il totale in negativo sfiora i 10milioni e 400mila euro.
Il fardello sarà analizzato nel dettaglio lunedì 10 dicembre, dalla commissione 2, presieduta da Cristina Sanzò che ascolterà l'assessore al bilancio Monia Faltoni e i sindaci revisori.
Il sindaco Matteo Biffoni in parte lo ha già fatto in una relazione scritta inviata ai consiglieri. In quel documento il 1° cittadino spiega che gli oltre 5 milioni del 2017 sono stati coperti indirettamente grazie alla valanga di soldi proveniente dalla vendita del terreno di Iolo, utilizzata in parte per i prestiti obbligazionari in scadenza nel 2018, in modo da liberare risorse sulla parte corrente del bilancio. Quanto alla quota 2018, Biffoni prende atto della relazione tecnica presentata dal responsabile dei servizi finanziari dalla quale si evince che le entrate correnti basteranno a coprire tale spesa rispettando le previsioni di bilancio.
Il sindaco Matteo Biffoni in parte lo ha già fatto in una relazione scritta inviata ai consiglieri. In quel documento il 1° cittadino spiega che gli oltre 5 milioni del 2017 sono stati coperti indirettamente grazie alla valanga di soldi proveniente dalla vendita del terreno di Iolo, utilizzata in parte per i prestiti obbligazionari in scadenza nel 2018, in modo da liberare risorse sulla parte corrente del bilancio. Quanto alla quota 2018, Biffoni prende atto della relazione tecnica presentata dal responsabile dei servizi finanziari dalla quale si evince che le entrate correnti basteranno a coprire tale spesa rispettando le previsioni di bilancio.
Facciamo un passo indietro. Il disavanzo, definito tecnico e di circa 30 milioni di euro, si divide in straordinario e in ordinario. Il primo ha un piano di rientro annuo pari a 1 milione e 293 mila euro fino al 2042; il secondo sfiora i 14 milioni di euro e deve essere "assorbito" in questa legislatura. Quindi oltre alla quota 2017 piovuta sul 2018 e a quella del 2018 stesso, vanno aggiunti quasi 4,3 milioni di euro per il 2019.
Risorse importanti che pesano sulla spesa corrente tanto che per farvi fronte, come spiega la nota integrativa al bilancio 2018, è stato necessario destinare un importo consistente dei proventi dai permessi a costruire. Non centrare l'obiettivo spalanca la porta del disequilibrio e nei casi più gravi del dissesto. Meglio quindi tirare la cinghia al massimo.
Per la rata "tardiva" del 2017, sono stati utlizzati anche i 900mila euro versati dalla Provincia per il rimborso dei 5 milioni di euro (il resto sarà versato con rate annuali) che il Comune ha anticipato per l'acquisto dell'area del Misericordia e Dolce dove sorgerà il parco urbano quando l'ex ospedale sarà abbattuto.
Attorno alla vicenda "disavanzo" c'è anche un altro aspetto poco chiaro che riguarda la periodicità con cui il sindaco deve riferire in Consiglio comunale sull'attuazione del piano di rientro. Alessandro Giugni, consigliere comunale di Energie per l'Italia ha presentato un'interrogazione: "Voglio capire se la relazione inviataci dal sindaco sia stata presentata nei tempi previsti come obbligo di legge. – afferma Giugni – Dalla relazione dei sindaci revisori, che richiamano l'amministrazione al rispetto di questo obbligo, si intuisce di no al contrario di quanto affermato dall'assessore Faltoni nella seduta del Consiglio comunale dell'8 novembre.
Attorno alla vicenda "disavanzo" c'è anche un altro aspetto poco chiaro che riguarda la periodicità con cui il sindaco deve riferire in Consiglio comunale sull'attuazione del piano di rientro. Alessandro Giugni, consigliere comunale di Energie per l'Italia ha presentato un'interrogazione: "Voglio capire se la relazione inviataci dal sindaco sia stata presentata nei tempi previsti come obbligo di legge. – afferma Giugni – Dalla relazione dei sindaci revisori, che richiamano l'amministrazione al rispetto di questo obbligo, si intuisce di no al contrario di quanto affermato dall'assessore Faltoni nella seduta del Consiglio comunale dell'8 novembre.
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