Un detenuto si è suicidato la notte di martedì 27 febbraio nella sua cella, nel carcere della Dogaia. Quando i compagni hanno dato l’allarme per l’uomo, 45 anni, nordafricano, non c’era già più niente da fare: ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile. Il 45enne si trovava nella prima sezione che accoglie i detenuti comuni. Da poco l’uomo era stato trasferito a Prato da un altro istituto penitenziario. Nessuno, ieri e nei giorni precedenti, avrebbe notato segnali o manifestazioni che potessero far pensare al tragico gesto. E’ stato fatto tutto il possibile per rianimare il 45enne ma senza esito. “Questo è l’ennesimo episodio di un periodo particolarmente nero per l’istituto pratese – il commento di Ivan Bindo, segretario generale territoriale Uilpa – da tempo ormai senza un direttore titolare e un comandante effettivo, in sostanza abbandonato dai vertici dell’amministrazione penitenziaria e dal Provveditore della Toscana completamente assente, che non ha mantenuto gli impegni assunti e che da mesi latita snobbando anche le organizzazioni sindacali. Nonostante l’intervento del prefetto, la situazione non pare migliorare. Noi continueremo ad informare cosa avviene dentro il carcere dove il poco personale in servizio, pronto a rispondere sempre e immediatamente, è ormai allo stremo. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.