Cinque mesi di carcere e altri sei di domiciliari dopo essere finito nel mirino di un uomo che lo accusava di essere uno dei due ‘caporali’ che lo avevano volontariamente investito e gravemente ferito per convincerlo a ritirare la denuncia nei loro confronti. Undici mesi di arresti che allo Stato sono costati 80mila euro: a tanto ammonta il risarcimento riconosciuto a Ahmed Gulzar, pakistano di 62 anni, che, dopo essere stato assolto dal tribunale di Prato, ha reclamato il danno patito per l’ingiusta detenzione. Difeso dall’avvocato Stefano Belli, il pakistano ha ricevuto in questi giorni dal ministero delle Finanze il via libera all’accredito della somma sul conto corrente.
Una vicenda intricata quella di Ahmed Gulzar che si ritrova sul banco degli imputati assieme ad un connazionale in seguito alla denuncia di un marocchino che, dimesso dall’ospedale dopo essere stato investito da un furgone pirata a Galciana, dice di aver riconosciuto sia il conducente che il passeggero e che si tratta dei ‘caporali’ che sfruttavano la sua manodopera nel settore agricolo e che volevano costringerlo a rimangiarsi le accuse mosse in seguito ad un infortunio sul lavoro. L'operaio si fa male nei campi, viene soccorso e lasciato davanti all'ospedale. Decide di raccontare come si è infortunato e denuncia la sua condizione: "I caporali mi sfruttano, mi pagano pochi euro l'ora, sono vittima di un incidente sul lavoro". Torna a casa e resta vittima di un altro incidente, stavolta stradale. È febbraio 2017. I due pakistani finiscono in carcere. È la loro parola contro quella del marocchino che dice di averli riconosciuti quali responsabili dell'impatto sulla strada. La procura sa di non avere grandi carte in mano e chiede l’incidente probatorio che però non viene mai fatto perché l’istanza si perde nei meandri degli uffici del tribunale; poi il titolare dell’inchiesta viene trasferito e chi prende il suo posto dispone il giudizio immediato in virtù della misura cautelare ancora in atto.
Intanto gli inquirenti accertano che nel giorno e nell’ora dell’incidente, Ahmed Gulzar e il suo connazionale erano a diverse decine di chilometri di distanza da Galciana. E’ sufficiente la prima udienza del processo per far scarcerare il pakistano che però, a quel punto, è da undici mesi in regime di detenzione. Assolto lui e assolto il connazionale, difeso dall’avvocato Antonino Denaro. Parte la richiesta di risarcimento che viene rigettata in prima battuta dalla corte d’Appello. L’avvocato Belli non si arrende e bussa alle porte della Cassazione che rimanda le carte all’Appello. Nelle settimane scorse la sentenza del risarcimento e pochi giorni fa la certezza che gli 80mila euro stanno per arrivare. nt
Detenuto per undici mesi e poi scagionato da ogni accusa: lo Stato lo risarcisce con 80mila euro
Quasi un anno tra carcere e domiciliari con l'accusa di aver investito volontariamente un uomo ma poi viene accertato che nel giorno e nell’ora dell’incidente era a diverse decine di chilometri di distanza da Prato
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