Dalla gestione dei rifiuti alle misure anticovid tutto in regola e nell'assoluto rispetto della legge, ma l'imprenditore cinese la cui azienda, situata nel Macrolotto 1, è stata controllata ieri, lunedì 16 novembre, dai carabinieri forestali, è ugualmente finito nei guai. I militari lo hanno denunciato per detenzione abusiva di animali vivi tutelati dalla Convenzione di Washington dopo aver trovato un pesce drago nell'acquario posto in bella vista nella sala d'attesa. Una presenza che non è passata inosservata perché il pesce drago è una delle specie a rischio d'estinzione tutelata dalla normativa Cites. Il pesce è stato sequestrato e lasciato in custodia giudiziaria all'imprenditore obbligato a continuare a prendersene cura.
L'esemplare, rarissimo e costosissimo, rappresenta per i cinesi il simbolo del potere e del benessere che, dunque, viene esibito a dimostrazione de ceto sociale di appartenenza. Peccato però che l'imprenditore non sia stato in grado di mostrare né il certificato di accompagnamento né quello del microchip. Se i due documenti ci fossero stati, la detenzione sarebbe stata legale in quanto, pur trattandosi di specie in via d'estinzione, il commercio non è vietato.
Deteneva un rarissimo e costosissimo pesce drago senza certificazione, imprenditore denunciato
L'uomo è stato denunciato dai carabinieri forestali al termine di un controllo nella sua azienda dove tutto, dalla gestione dei rifiuti al rispetto delle restrizioni anticovid, è risultato in regola. Il pesce, in via d'estinzione a per questo protetto dalla Convenzione di Washington, esibito come simbolo di potere e benessere
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