Pretende giustizia, quella giustizia che non ha avuto in otto anni, da quando, cioè, ha denunciato l'ex compagno per stalking a oggi che ha saputo che quella denuncia non è mai diventata oggetto di indagine. Già questo basterebbe a fare un titolo, ma c'è di più: quando Roberta Roviello, nuovo avvocato della donna picchiata e perseguitata dall'ex compagno che non accettava la fine della loro relazione, ha presentato alla Corte d'Appello la richiesta di risarcimento per l'eccessiva durata del processo, ha ricevuto come risposta che la domanda non poteva essere accolta perché la sua assistita non si era costituita parte civile. E come avrebbe potuto farlo se il processo non c'è mai stato?
E' questo, in soldoni, il quesito che i giudici di secondo grado hanno inviato alla Corte Costituzionale che ora dovrà stabilire se la vicenda pratese proponga un profilo da sanare – quindi l'accoglimento della richiesta dell'avvocato Roviello di riconoscere il danno alla sua assistita – oppure se la norma non ha bisogno di integrazioni. In sostanza, una questione di legittimità costituzionale: la Consulta dovrà dire se la norma, per come è strutturata, sia lesiva del principio di uguaglianza tra chi ha lo status di parte civile e chi non lo ha per colpa dello Stato che ha lasciato cadere nel vuoto la denuncia.
La vittima si decise a presentare denuncia dopo un'aggressione che la obbligò a farsi medicare al pronto soccorso: quando si presentò agli inquirenti per chiedere aiuto, fornì il referto dell'ospedale, raccontò le telefonate a tutte ore del giorno e della notte, la persecuzione continua di cui era vittima. La procura delegò la questura di fare indagini. Indagini mai fatte perché la delega non sarebbe mai arrivata all'ufficio giusto così come nessun risultato avrebbero sortito le sollecitazioni della donna tramite il suo precedente avvocato. Insomma, uno di quei casi andati persi nei meandri della giustizia, nei rivoli della burocrazia, nelle pastoie di fascicoli, atti, carte bollate. Il tempo ha continuano a scorrere fino all'archiviazione per pervenuta prescrizione. Quando l'avvocato Roviello viene incaricata di occuparsi del caso allo scopo di capire che fine abbia fatto la denuncia e perché nessuno ha mai dato conto delle indagini in un periodo in cui è forte l'attenzione sui reati subiti dalle donne, gli inquirenti si fanno vivi per chiedere se si vuol ritirare la querela visto che ormai sono passati gli anni e i fatti denunciati sono lontani. La risposta è un secco no. Ma è già tardi in ogni caso tanto che arriva la prescrizione e, dunque, l'archiviazione.
Senza processo non può esserci parte civile, senza indagine non può esserci un eventuale processo. Chiarirà la Corte Costituzionale.
Denuncia l’ex compagno per stalking ma il processo non inizia mai: caso pratese approda alla Corte Costituzionale
La vittima non ha potuto costituirsi parte civile e quindi, in base alla norma in vigore, non ha ottenuto il risarcimento previsto per l'eccessiva durata dei procedimenti. Beffata due volte, insomma. Sarà la Consulta a dire se c'è un problema di legittimità costituzionale
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