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Quattro aziende tessili cinesi irregolari sono state al centro dell’ultimo blitz compiuto dalla squadra interforze coordinata dalla questura. L’intervento, in un grosso capannone con ingressi su via Manara e via Ciliani, è scaturito da alcuni esposti presentati recentemente dai residenti della zona che denunciavano come la loro vita fosse resa impossibile dall’attività pressoché continua, sia di giorno che di notte, dei macchinari tessili, nonché dal probabile uso anche abitativo dello stesso immobile, con evidenti ripercussioni di natura igienico-sanitaria. Gli uomini della questura, intervenuti con polizia municipale, Stradale, Inps, Asm, vigili del fuoco e Ispettorato del lavoro, hanno in effetti appurato la presenza delle quattro ditte gestite da cinesi, che si erano suddivise lo stabile, risultato di proprietà di una immobiliare pratese che complessivamente percepiva un canone mensile di circa 15mila euro. All’interno del capannone sono stati identificati 34 cittadini cinesi, sei dei quali risultati clandestini e due già colpiti da ordine di espulsione, ragione che ne ha determinato l’arresto. L’intero capannone era stato poi suddiviso abusivamente in modo da ricavarne 44 cubicoli dormitorio, destinati ad ospitare i dipendenti. Erano state ricavate anche 4 cucine di fortuna, tutto in palese stato di degrado igienico sanitario, con alimenti trattati senza alcuna accortezza degna di questo nome. Proprio a causa della presenza massiccia di abusi edilizi e per l’uso promiscuo abitativo-produttivo gli agenti della polizia municipale hanno sequestrato l’intero complesso, così come i sigilli sono stati messi anche alle 119 macchine tessili presenti. Gli agenti della Stradale hanno invece sequestrato un furgone sprovvisto di copertura assicurativa mentre un secondo mezzo è risultato non aver effettuato la revisione.