Ammonta a due milioni 200mila euro l’importo che la guardia di finanza ha recuperato con l’ultima indagine che ha di nuovo messo nel mirino il sistema delle ditte ‘apri e chiudi’. L’operazione ha consentito di individuare e sanzionare sette aziende pronto moda che operavano in regime di sistematica evasione, senza cioè versare un euro di tasse. I finanzieri hanno ricostruito l’intreccio di flussi commerciali e finanziari generati da una rete di imprese di comodo che rappresentavano niente altro che una schermatura finalizzata all’evasione fiscale a esclusivo beneficio della società madre, attiva nel distretto tessile pratese. In pratica, sette imprese collegate ad una società, già in passato sottoposta a verifiche, con la gestione degli stessi amministratori. Amministratori che consentivano alla società madre di applicare, per la merce in vendita, prezzi inferiori a quelli di mercato grazie proprio alla massiccia evasione fiscale. “I risultati delle verifiche sono stati confermati – spiega la guardia di finanza – dall’adesione dei contribuenti al procedimento di accertamento con adesione emesso dall’Agenzia delle entrate. Dei 2 milioni 200mila euro accertati, 460mila sono stati già riscossi”. Il comandante provinciale della guardia di finanza di Prato, Enrico Blandini, parla di “operazione a tutela del distretto tessile pratese” e di “impegno a preservare l’economia legale da ogni forma di concorrenza sleale”.
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