La terza sezione di Appello della Corte dei conti ha ridotto da 61 a poco meno di 46mila la somma che l’ex vicedirigente dell’ufficio Immigrazione della questura di Prato, Maria Cristina Massaro, deve rifondere al ministero dell’Interno a titolo di danno erariale. La decisione arriva a pochi giorni di distanza da quella che ha già condannato il marito, Roberto Brunetti, ex ispettore capo della Digos, sempre di Prato. I coniugi, poi trasferiti in altre sedi, finirono agli arresti nel 2016 con l’accusa di corruzione per aver messo in piedi, secondo le indagini condotte dai colleghi sotto il coordinamento del sostituto Laura Canovai, un sistema corruttivo per il rilascio dei permessi di soggiorno a cittadini cinesi privi dei requisiti di legge in cambio di utilità. Entrambi sono stati poi condannati dal tribunale di Prato: a cinque anni Massaro e a 3 anni e 2 mesi Brunetti (diversi i reati finiti in prescrizione e diversi quelli chiusi con l’assoluzione).
La giustizia contabile ha fatto il suo corso e nonostante le istanze dei difensori di Maria Cristina Massaro che hanno offerto un quadro aggiornato con l’esito del processo che ha cancellato diverse imputazioni facendo valere ciò ai fini della determinazione al massimo ribasso del danno erariale, i giudici hanno stabilito che l’ex vicedirigente dell’ufficio Immigrazione dovrà pagare circa 46mila euro. Per il marito, invece, solo uno sconto di 10mila euro: l’Appello lo ha condannato ad un risarcimento di 68mila euro (10mila in meno di quanto deciso in primo grado) a titolo di danno patrimoniale per i lunghi periodi di malattia in cui era rimasto lontano dal lavoro ma non da attività ritenute incompatibili con i certificati medici prodotti (tale contestazione, in sede penale, era finita nel nulla).
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