Poteva finire in tragedia l’ultimo grave episodio che ha avuto come teatro il pronto soccorso del Santo Stefano. Un giovane italiano di 25 anni ha rischiato di morire dopo essere stato accoltellato al collo da un maghrebino, al culmine di una lite scoppiata in sala d’attesa e proseguita poi nella cosiddetta “camera calda” dove arrivano le ambulanze. La lama avrebbe fortunatamente solo sfiorato gli organi vitali e il giovane, seppure trattato in codice rosso e considerato in gravi condizioni, non sarebbe in pericolo di vita.
L’accoltellamento è successo intorno alle 4.30 di stanotte 2 agosto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri dopo il primo intervento fatto dalle guardie della Sicuritalia, che si occupano della sicurezza e che hanno bloccato l’accoltellatore, evitando così che la situazione degenerasse ulteriormente. Ancora non è chiaro cosa abbia portato alla lite. Il giovane era arrivato al pronto soccorso in forte stato di ebbrezza e i sanitari lo stavano trattando, nonostante il ragazzo volesse a tutti i costi andarsene e stesse creando disordini tra le persone in attesa. La situazione è degenerata quando il 25enne ha avuto un alterco con un maghrebino che si trovava anche lui al pronto soccorso, ancora non è chiaro per quale motivo. Lo straniero ha estratto un coltello e ha colpito il giovane al collo e a una natica. Immediato l’intervento dei sanitari che hanno subito tamponato la ferita e messo in atto tutte le manovre necessarie.
Il grave episodio porta nuovamente all’attenzione della cronaca la situazione difficile in cui devono operare i sanitari del pronto soccorso. E rinnova la necessità di un presidio fisso delle forze dell’ordine al Santo Stefano. Intanto il segretario territoriale del sindacato degli infermieri NurSind Roberto Cesario torna a segnalare la gravità della situazione nel nosocomio pratese: “Il personale in servizio al pronto soccorso è stanco di lavorare in condizioni di alto rischio. E’ assurdo che in un ospedale di una città come Prato non ci sia un posto di polizia aperto 24 ore. Le guardie giurate svolgono un lavoro precisico e accurato, rischiando a loro volta, ma non basta. Il personale in servizio ha il diritto di essere tutelato, così come i cittadini che necessitano di cure -continua Cesario- come sindacato abbiamo più volte fatto presente a Comune, Prefettura e Questura il problema della sicurezza in ospedale, senza aver mai avuto risposte concrete, chiediamo nuovamente che venga istituito con la massima celerità un posto di polizia aperto 24 ore”.
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