Un colpo di pistola alla testa ha ridotto in fin di vita una donna di 46 anni, di nazionalità cinese. E’ stato un connazionale, secondo le prime informazioni, a spararle dopo che il preteso trasferimento di 10mila euro, tramite un’applicazione del telefonino, non è andato a buon fine. E’ successo la notte di venerdì 18 aprile. La donna, ora ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Prato, è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per estrarre l’ogiva del proiettile rimasta tra l’orecchio e la gola.
E’ la squadra mobile, coordinata dal procuratore Luca Tescaroli, a indagare sull’ennesimo episodio di violenza nella comunità cinese. Gli investigatori sono sulle tracce di un uomo che la vittima, nell’immediatezza del fatto, ha indicato come suo aggressore.
Le accuse: tentato omicidio e rapina aggravata. Un fatto che, però, sembra andare oltre, molto oltre una rapina finita male e che riporta in primo piano il circolo Number One, in via Scarlatti, dove ci fu il tentato omicidio di un imprenditore coinvolto nella cosiddetta ‘guerra delle grucce’.
Gli investigatori hanno già ricostruito quello che è successo la notte scorsa. Tutto è cominciato intorno alle 1.30, in via Pistoiese, quando l’uomo, salito sui sedili posteriori dell’auto della 46enne, si è fatto portare a Vaiano, in una zona isolata. E’ stato qui che l’aggressore ha bloccato la donna cingendole il collo per costringerla a trasferire 10mila euro. In quel momento è passata una macchina dei carabinieri e il cinese ha ordinato alla connazionale di tornare verso Prato e di fermarsi in via della Pace, periferia ovest della città. Nuova richiesta di denaro finita nel nulla e l’uomo ha estratto la pistola che ha puntato all’orecchio della vittima facendo fuoco; poi ha preso il telefonino e se n’è andato.
La donna, durante il trasferimento all’ospedale, ha fatto in tempo a dire qualcosa di importante che ha consentito agli investigatori di cominciare a lavorare con qualche elemento certo in mano. La procura spiega che la vittima ha riferito che a sparare è stato un cinese conosciuto al circolo Number One. Un dettaglio che ha fatto suonare più forte il campanello d’allarme; il 6 luglio 2024, qui, un commando composto da sei uomini, tra i quali un ex soldato dell’esercito cinese, accerchiò, picchiò e accoltellò Chang Meng Zhang, imprenditore già condannato in via definitiva per l’omicidio di un connazionale nel 2006 a San Giuseppe Vesuviano. Un episodio ricondotto dalla procura alla cosiddetta ‘guerra delle grucce’ che da tempo si sta combattendo nel settore della logistica tra gruppi contrapposti.
Quello che è successo la scorsa notte fa affiorare molti interrogativi che le indagini dovranno sciogliere. E’ il terzo fatto di sangue in appena una settimana, il secondo con aggressori armati di pistola.
Violenza su violenza. Indagini su indagini. Tanto lavoro, tantissimo per la polizia che – sottolinea il procuratore Luca Tescaroli – “sta affrontando con notevole impegno l’emergenza criminale che affligge il territorio pratese, con una carenza di un numero adeguato di personale rapportato al tessuto criminale della provincia pratese”. (nt)
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