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Cinque anni fa la tragedia di via Toscana, sette operai morti nella fabbrica in fiamme. Latitanti le titolari


Il primo dicembre 2013 l'incendio della confezione Teresa Moda uccise sette delle undici persone che dormivano nel capannone. Cinque le persone finite a processo. Le due titolari dell'azienda, condannate anche dalla Cassazione, sono tornate in Cina e di entrambe si sono perse le tracce


Redazione


Cinque anni fa, all'alba, la tragedia di via Toscana: sette operai cinesi morti nell'incendio della confezione Teresa Moda provocato dal malfunzionamento dell'impianto elettrico. Le fiamme sorpresero tutti nel sonno. Di undici che erano, si salvarono solo i gestori con il loro figlioletto e un altro operaio: salvi perché, a differenza degli altri che si trovavano nelle stanzette ricavate sul soppalco abusivo che si affacciava sulla zona lavoro, loro dormivano al piano terra, vicino al portone. Era il primo dicembre 2013, una domenica. Di quella sciagura rimasero solo sette cadaveri irriconoscibili e un capannone sventrato dal fuoco. La confezione Teresa Moda dove le macchine da lavoro avevano funzionato fino a poche ore prima, diventata un cimitero illuminato dalle sirene dei soccorritori. La pagina più nera della storia della Prato che lavora.
Cinque le persone finite a processo al termine del ponderoso lavoro del sostituto procuratore Lorenzo Gestri: per i gestori dell'azienda, le sorelle Lin You Lan e Lin Youli, la Cassazione ha confermato le condanne rispettivamente a 8 anni e 8 mesi e a 6 anni e 10 mesi per incendio e omicidio colposo plurimo, violazione della norme di sicurezza e di tutela sul lavoro, favoreggiamento della permanenza illegale di soggetti clandestini al fine di trarne ingiusto profitto. Le due sorelle, oggi latitanti, forse non faranno mai un giorno di carcere: sono tornate in Cina e di entrambe si sono perse le tracce; hanno risarcito i familiari delle vittime: un gesto che, in Cina, sarebbe ritenuto sufficiente ad estinguere il reato colposo. Il marito di una di loro fu assolto in Appello dopo la condanna in primo grado a 6 anni e mezzo. Gli altri due imputati sono i fratelli Giacomo e Massimo Pellegrini, proprietari del capannone: in Appello sono stati condannati a quattro anni ciascuno per il reato di omicidio colposo plurimo e assolti da quello di incendio colposo. I due imprenditori stanno aspettando che si pronunci la Cassazione per chiudere definitivamente il capitolo giudiziario.

nadia tarantino
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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