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Non è ancora stata fatta luce sulla morte del cinese 35enne trovato sgozzato nella cucina della sua casa, nella zona industriale di Seano. Al momento, però, gli investigatori sembrano dare più credito all’ipotesi del suicidio rispetto a quella di un delitto. Tra l’altro, sembra che l’uomo da tempo soffrisse di crisi depressive. L’uomo era un clandestino ma non era mai stato fotosegnalato. In casa non c’erano segni di effrazione né particolare disordine. Non sembrano mancare oggetti di valore o denaro. I vicini non hanno visto entrare o uscire nessuno né sentito rumori provenire da quell’appartamento dove vivevano altri connazionali non presenti al momento del fatto. Nella stanza dove è stato trovato il cadavere, la cucina, non ci sono poi tracce di colluttazione o di presenza di altre persone. Dall’esame esterno del corpo inoltre non sono emersi segni di contenimento o di sopraffazione e anche il ritrovamento della mannaia accanto al corpo riverso in una pozza di sangue farebbe presumere che si tratti di un suicidio. Certo non sono stati lasciati biglietti d’addio e appare strano che il raptus sia scattato mentre l’uomo puliva i fagiolini, ma tali stranezze vanno inserite in un quadro psichico piuttosto difficile che provocava spesso scatti di rabbia improvvisi.
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